Bromuro
riminese
12
anni di cura del medico oncologo a Rimini hanno lasciato una palude.
il
ravaiol pensiero come i pupazzi dei fotografi in spiaggia di qualche
anno fa: ha fatto semplicemente da sfondo.
Una
spruzzata di associativismo clerico – buonista prima in nome del
Papa buono e poi il passaggio testimoniale direttamente alla
Caritas. Il medico ha offerto copertura sociale per quel mondo
cattolico che in altri luoghi e in altri tempi, fu costretto ad
affiancarsi al PCI per sopravvivere e copertura economica per quel
mondo cattolico, che proprio a metà anni '80 contrastò la deriva
troppo a sinistra di quel cattolicesimo.
In
questa finta contrapposizione d'altri tempi gli affari, quelli veri,
dal 2000 al 2012 sono rimasti saldamente sempre in mano alla sapiente
regia della Regione Emilia Romagna.
La
giunta Ravaioli ha mantenuto quel tessuto sociale funzionale
all'assenza di contraccolpi per permettere lo sviluppo urbanistico
agli estremi della città. A nord a monte della via Sacramora e a sud
in località Rivazzura-Miramare tra la ferrovia e la statale. Le
protuberanze Ikea-Mercatone e Befane-Centro commerciale completano
un quadro, che oggi in crisi, galleggia sull'inservibile viabilità e
sul Sindaco Andrea Gnassi.
Un
eredità non politica ma funzionale ad interessi che ormai da tempo
non stanno più sul territorio riminese.
Se
togliamo in giunta la componente cattolica, invariata nella sua
funzione, e misuriamo lo spessore dei vari Sadegholvaad, Imola,
Rossi, Brasini, Pulini, e Visintin, comprendiamo come la
rappresentatività del tessuto produttivo riminese sia assente. E'
talmente vero che Biagini, rimasto a fare il palo per le precedenti
scelte urbanistiche, si rende conto dell'aria cambiata e sogna il
grande balzo candidandosi alle onorevoli primarie PD.
Si
respira in questo fine anno di legislatura un galleggiamento
generale. Galleggiamento che puntato su palazzo Garampi non oscura
certo, agli occhi dei cittadini, i galleggiamenti altrui.
Il
PDL, ormai inutile nella sua funzione, gira a vuoto tra i banchi
sperando di non farsi troppo male alle prossime elezioni politiche
mentre i tre consiglieri grillini più che intenti a braccare il
palazzo paiono cacciatori appostati nel capanno che sparano in aria
confondendo allodole e ordini del giorno.