mercoledì 26 dicembre 2012

Bromuro riminese


Bromuro riminese
12 anni di cura del medico oncologo a Rimini hanno lasciato una palude.
il ravaiol pensiero come i pupazzi dei fotografi in spiaggia di qualche anno fa: ha fatto semplicemente da sfondo.
Una spruzzata di associativismo clerico – buonista prima in nome del Papa buono e poi il passaggio testimoniale direttamente alla Caritas. Il medico ha offerto copertura sociale per quel mondo cattolico che in altri luoghi e in altri tempi, fu costretto ad affiancarsi al PCI per sopravvivere e copertura economica per quel mondo cattolico, che proprio a metà anni '80 contrastò la deriva troppo a sinistra di quel cattolicesimo.
In questa finta contrapposizione d'altri tempi gli affari, quelli veri, dal 2000 al 2012 sono rimasti saldamente sempre in mano alla sapiente regia della Regione Emilia Romagna.
La giunta Ravaioli ha mantenuto quel tessuto sociale funzionale all'assenza di contraccolpi per permettere lo sviluppo urbanistico agli estremi della città. A nord a monte della via Sacramora e a sud in località Rivazzura-Miramare tra la ferrovia e la statale. Le protuberanze Ikea-Mercatone e Befane-Centro commerciale completano un quadro, che oggi in crisi, galleggia sull'inservibile viabilità e sul Sindaco Andrea Gnassi.
Un eredità non politica ma funzionale ad interessi che ormai da tempo non stanno più sul territorio riminese.
Se togliamo in giunta la componente cattolica, invariata nella sua funzione, e misuriamo lo spessore dei vari Sadegholvaad, Imola, Rossi, Brasini, Pulini, e Visintin, comprendiamo come la rappresentatività del tessuto produttivo riminese sia assente. E' talmente vero che Biagini, rimasto a fare il palo per le precedenti scelte urbanistiche, si rende conto dell'aria cambiata e sogna il grande balzo candidandosi alle onorevoli primarie PD.
Si respira in questo fine anno di legislatura un galleggiamento generale. Galleggiamento che puntato su palazzo Garampi non oscura certo, agli occhi dei cittadini, i galleggiamenti altrui.
Il PDL, ormai inutile nella sua funzione, gira a vuoto tra i banchi sperando di non farsi troppo male alle prossime elezioni politiche mentre i tre consiglieri grillini più che intenti a braccare il palazzo paiono cacciatori appostati nel capanno che sparano in aria confondendo allodole e ordini del giorno.

domenica 16 dicembre 2012

Risi, bisi favia e salsi



Bene ha fatto il Beppe nazionale ad affossare I due consiglieri regionali.
Si possono discutere i modi ma la sostanza c'è tutta. Le critiche dirette hanno evidenziato un' ingenuità dell'apparire ma sarebbero ben poca cosa se la gravità dello scandalo delle interviste a pagamento non fosse stato definito, dai consiglieri, come incidente di percorso.
Pagare per farsi riprendere dal sistema delle TV locali non solo è: “pagare per andare al proprio funerale” ma evidenzia un utilizzo dei denari pubblici finalizzato a raccogliere consensi non già come pateticamente è stato giustificato tra gli anziani che non usano internet” ma tra i comandanti del regime che tirano le file nella Regione Emilia Romagna.
La resa al potere in Regione Emilia Romagna stava avvenendo, senza colpo ferire, anche all'insaputa di Beppe Grillo il quale appena si è accorto del giochino ha dovuto correre ai ripari per far sgusciare i piselli dal loro bacello. Un trappolone evitato appena in tempo ma che lascia inalterate, al momento, tutte le altre trappole disseminate sul terreno emiliano romagnolo.

ARRENDETEVI SIETE CIRCONDATI!


Una volta le retate si facevano nelle bische clandestine, nei bordelli, tra gli spacciatori; qualche volta tra i pescatori di frodo e proprio proprio quando non se ne poteva fare a meno anche tra la malavita organizzata.

Per noi abitanti della provincia le uniche retate che sfioravano il palazzo erano quelle in cui qualche volta al bar della pigna piombavano due poliziotti in borghese che tentavano di bloccare la fuga dalla vecchia pescheria di quei ragazzotti che circondati in una manovra a tenaglia ritrovavano dai gradini di piazza Cavour, l'unica via di fuga verso il centro della piazza.
Si trattava di piccoli spacciatori che facevano la spola tra Piazza Cavour e Piazza Ferrari e sapevano bene che tutto quell'agitarsi di poliziotti attorno al palazzo non avrebbe neanche sfiorato gli scalini del portone comunale.
Dal nostro osservatorio provinciale non osiamo neanche pensare cosa possa rappresentare una retata a palazzo ma l' 11 dicembre 2012 al Ministero dell' Agricoltura in quel di Roma 11 tra dirigenti e funzionari dello Stato sono stati arrestati nell'unica retata ministeriale che si ricordi a memoria Repubblicana. Le persone coinvolte in tutto sono circa 37 tra cui 13 alti funzionari dello Stato. I capi di imputazione sono: corruzione, truffa aggravata e turbativa d'asta più una serie infinita di reati che hanno portato al sequestro di ville, conti correnti e auto di lusso.
Dal nostro osservatorio un po' provinciale immaginiamo la scena: grand commis di Stato in giacca e cravatta che cercano di scavalcare cassette di citrioli, carote e cipolle. Finanzieri un po' imbarazzati che alla parola d'ordine: “non si agiti dottore!” si sentono rispondere urlando: “si tratta di un errore giudiziario!”
Chissà se il ministro Francesco Profumo pensava al Ministero dell' agricoltura quando affermava: "Credo veramente che il Paese vada un po' allenato, dobbiamo usare un po' di bastone e un po' di carota, qualche volta dobbiamo utilizzare un po' di più il bastone e un po' meno la carota, altre volte viceversa ma non troppa carota".

sabato 15 dicembre 2012

Felici e contenti



Strana democrazia quella che non permette, ai cittadini, di scegliere i propri rappresentanti alle elezioni ma concede la scelta di chi dovrà governarli attraverso parlamentarie, primarie e surrogati vari.
Molto meglio far votare il popolo per finta che rischiare di ritrovarsi per davvero fuori dal parlamento.
Il potere ha deciso: non vi possiamo far votare perché questo metterebbe in serio pericolo la nostra stabilità economica ma poiché vi abbiamo scassato fin dal dopoguerra con la poca democrazia dei paesi comunisti vi concediamo di trastullarvi con esercizi di finta democrazia.
Volete il giocattolo della libertà? Dovete fare uno sforzo di democrazia. Due possibilità: o virtualmente che tanto la realtà è molto più brutta di quella che vi raccontiamo la sera in TV oppure come in un Truman show venite e lasciateci un soldino che si sa la democrazia costa e non sempre possiamo permettercela.
Un paese in cui si vota per finta, possiamo raccontarla come vogliamo, ma è una dittatura.

Bye bye children


Sarebbe opportuno diffidare di coloro che, nascondendosi dietro ad una presunta verginità sociale, sostengono di non aver mai fatto politica. Certo a fronte di giovani adolescenti forse sarebbe anche possibile credere alla buona fede di quei ragazzotti che sul web e qualche volta in TV, tentano di farci credere di essere migliori di altri. Ma a tutti, nonostante l'apparenza, pare evidente il superamento, già da un pezzo, da parte di questi ragazzotti, di quell'età tormentata e spensierata che viene definita come adolescenza. Che cosa spinga un cittadino o una cittadina di 30 anni, poco meno poco più, ad esempio a partecipare alle elezioni politiche affrettandosi a dichiarare di non aver mai fatto politica come un berluschino qualsiasi, denota più che una purezza di intenti una paraculaggine senile nonostante l'età apparente. Una superficiale inutile pericolosità che non può non farci sottolineare come aver vissuto, senza interessi nei riguardi del bene pubblico per molti anni, è indole di un infantilismo di chi è rimasto nella bambagia per molti anni, oltre il dovuto, e oggi che la crisi economica ha trasformato quella cotonata in paglia pungente, si ribella come un bambino a cui hanno sottratto l'orsacchiotto di peluche. Se nel soffocamento lento degli ultimi 20 anni del bene pubblico, non l' aver mai fatto politica più che un merito venisse considerata un' aggravante, guarderemmo con altri occhi coloro che tentano di salvare la repubblica. Le contrapposizioni: giovani-vecchi vergini-puttanieri buoni e cattivi è un classico della politica e non ha nulla di nuovo. Siamo sicuramente in una fase dove diventa sempre più difficile fidarsi. Banche, assicurazioni, fondazioni, molte associazioni di volontariato, pseudo-imprenditori, sindacati, partiti, dirigenti pubblici, per non parlare di giornalisti, conduttori TV e capi di governo danno sempre più la sensazione di lavorare per altro anziché per le ragioni per le quali vengono pagati o guadagnano. Queste classi sociali che oggi rappresentano il vero motore fisico della società moderna italiana, hanno tutti in comune almeno un paio di caratteristiche: vivono sfruttando il lavoro altrui senza produrre e invocano continuamente soldi pubblici. Spendiamo un sacco di risorse per mantenerli ma continuano a depredarci e a sputare nel piatto dove mangiano. Aver fatto finta di nulla per anni senza notare, non il nuovo, ma quantomeno lo sfascio che avanzava non è meno colpevole di chi ha strombazzato quel nuovo.

martedì 11 dicembre 2012

Un Borghese piccolo piccolo


Com'erano belli quegli anni quando da consigliere economico nei governi Craxi sognava di vincere il nobel; quando il debito pubblico schizzava dal 73 % del Pil nel 1984 al 96% del 1988; quando anni dopo era possibile teorizzare: prima la pensione per se e poi la riforma per tutti; quando qualche anno più in la ovunque ti girassi comparivano fannulloni e panzoni. Com'erano belli quegli anni quando si poteva votare la fiducia al governo Monti e 12 mesi dopo, ad un mese dalle elezioni, piangere per non riuscire a pagare l' IMU e maledire la tecnocrazia. Storie meschine di una borghesia piccola piccola che da sempre socializza la croce delle proprie aspirazioni senza tralasciare la pensione, sul resto di coloro che per anni non si sono visti aumentare lo stipendio o ancora peggio su coloro che sono rimasti senza lavoro, senza pensione, senza indennizzo e senza vitalizio.

sabato 8 dicembre 2012

Fermi tutti! Questa è una rapina!


L'inaffidabilità dell'attuale Stato italiano deriva in buona parte dal peccato originale della nostra Repubblica.  "Italiani brava gente" è stato il leitmotiv che ha accompagnato i nostri emigranti soprattutto in Germania anche quando gli invasori tedeschi aggiungevano ironicamente l'espressione: ”un po' ladri”. Ma dev'essere stata molto dura, negli anni '60 e '70, partire per lasciare il proprio paese e fare gli schiavi proprio per quei tedeschi che solo pochi anni prima avevano “ospitato” a migliaia gli italiani sui propri carri bestiame. A piazzale Loreto erano in tanti, ma coloro che combatterono veramente il fascismo, in quella piazza già al tempo si ritrovarono in minoranza.
La favola, che un sussulto di dignità avesse concluso gli ultimi mesi della guerra attraverso la resistenza, evaporò presto allorquando da camicie nere tutti indossarono la divisa partigiana. Pane, libertà e lavoro furono gli ideali che paradossalmente tennero uniti molti di quegli emigranti e i partigiani rimasti sulle montagne; ma nell'Italia repubblicana di allora non c'era spazio né per gli uni né per gli altri.
Una Repubblica costituzionalmente fondata sul lavoro ma nata dalle ceneri del fascismo è all'epilogo. Monti rappresenta il Badoglio della Repubblica Italiana e la nomina di re Giorgio è il tentativo disperato di quella monarchia economica europea di sopravvivere a sé stessa.
Al momento, banche assicurazioni e oligarchia parlamentare sono riuscite a respirare tenendo insieme Berlusconi e Bersani. La rapina dei diritti prima e dei risparmi poi offre, al popolo italiano, un'incredibile occasione per un sussulto di dignità. Gli italiani all'unificazione tedesca avvenuta a debito e gravata sulle spalle di Grecia, Spagna e Italia al grido del governo Monti: “Fermi tutti! Questa è una rapina!” Non potranno che rispondere con un sano “VAFFANCULO” di dignità. I bancari dell' Italia dei Valori, di Sinistra Ecologia Libertà e di Rifondazione comunista non potranno essere la foglia di fico per i banchieri del Partito Democratico e di Forza Italia.
Il tempo si avvicina...la prossima occasione chissà.

venerdì 7 dicembre 2012

 
TORA TORA
Era la notte dell'Immacolata tra il 7 e 8 Dicembre del 1970 quando l'allora “principe” Junio Valerio Borghese, già comandate della Decima Mas e confidente dei servizi americani durante la repubblica sociale di Salò, diede il via a quello che fu allora definito come il “golpe dei forestali”.
Un manipolo di fascisti, con la supervisione di un gruppo di ordinovisti e avanguardisti si introdusse nell'armeria del Viminale sottraendo 200 tra pistole e mitragliette mentre a nord il tenente colonnello Amos Spiazzi, diretto verso Sesto San Giovanni tentava la spalla al maggiore Luciano Berti piombato da Cittàducale nella Capitale con 187 forestali per occupare gli studi Rai di Via Teulada.
Inaspettatamente il “principe” nero nel cuore della notte diede il contrordine: “camerati tutti a casa!”
I giudici di allora, in via definitiva, il 29 novembre 1984 al processo, di fatto optarono per l'assoluzione di tutti i golpisti definendo il golpe come un “conciliabolo tra quattro o cinque sessantenni”.
Bisognerà attendere le inchieste sulla strage di piazza Fontana del giudice istruttore Guido Salvini, per ascoltare le registrazioni integrali, che non più depurate dagli ordini politici dell'allora ministro della difesa Giulio Andreotti, svelarono la vera pericolosità dei cospiratori.
Il golpe, foraggiato dal costruttore Remo Orlandini, dalla famiglia Piaggio e dall'allora re del caffè Tubino oltre al rapimento del capo dello Stato Giuseppe Saragat per mano della mafia in appoggio agli uomini della P2 di Licio Gelli, prevedeva l'uccisione del capo della polizia e la deportazione di tutti gli oppositori politici.
Provate voi, poco prima di andare in pensione, a portar via 200 Mab dal Ministero dell'interno e passare per burloni.


giovedì 6 dicembre 2012

Dal Guatemala la profezia dei Maya


Ci siamo accorti subito che la Corte Costituzionale qualche difetto d'origine se lo sarebbe ritrovato negli anni futuri allorquando ne venne nominato primo presidente il prof Gaetano Azzariti già Presidente del tribunale della razza presso il dipartimento di demografia e razza del ministero dell'Interno .

lunedì 3 dicembre 2012

Spiagge


Spiaggie

La notizia è quasi fresca: l'Ansa informa: “incompatibile il rinnovo delle concessioni per i prossimi 30 anni inserito nel decreto sviluppo. Sarà inoltre impossibile ottenere rinnovi automatici o dare vantaggi al gestore uscente”.

Il piano strategico del “nostro” assessore regionale, a quanto pare non funziona.
Avrà fatto confusione?

domenica 2 dicembre 2012

Abbarbicati all'Edera


Abbarbicati all'Edera

Ce li ricordavamo sempre attaccati a qualsiasi stormir di foglia purché profumasse di edera. A livello locale votavano PCI ma alle politiche nazionali, sostenevano La Malfa, Spadolini e Pattuelli.

Al governo con la DC predicavano la concorrenza, la liberarizzazione e l'Europa unita ma se tentavi di sciacquarti i piedi, alla fontanella, apriti cielo! Non parliamo poi della sera sul lettino di legno con la biondina svedese.
Erano i padroni della spiaggia, quelli che di anno in anno lottavano per farsi dare le concessioni confinando gli spazi di spiaggia libera verso gli scarichi delle fogne.
Dopo 60 anni l'unico pezzo di spiaggia libera a Rimini, gli altri non fanno massa, è rimasto confinato a ridosso degli scarichi del porto con il fondale limaccioso creato da acqua di scarico per bagnanti senza soldi.
Erano gli unici esentati da qualsiasi fattura o scontrino fiscale. Dichiaravano redditi da cameriere e compravano, ogni anno a fine stagione, l'appartamento in centro. Le tasse, semplicemente, le scucivamo gli altri con la complicità dei sindacati maggiormente rappresentativi.
I confederali, tutti nessuno escluso, a primavera sotto una bella pennellata alla gabina coprivano le tasse dei bagnini scaricandole sul lavoro dipendente delle grandi industrie del nord.
La tanto invocata Europa unita repubblicana e con essa anche la Bolkestein, è arrivata ma a quanto pare anziché prevedere la concorrenza al pagamento delle tasse per lo sfruttamento di un bene pubblico quella direttiva accarezza l'ipotesi del ricambio degli operatori di spiaggia.
Al posto del nostro sibilo romagnolo il turista potrebbe essere accolto dal grande cartello: “Welcome to Johnson' S private beach”.
Forse non importa sapere chi sia a non dover pagare le tasse per i prossimi 30 o 75 anni; basterebbe stabilire che a chi non paga non potrà essere rinnovata la concessione.

martedì 27 novembre 2012

Cristo si è fermato a Taranto?


Cristo si è fermato a Taranto?
Per risolvere la questione ILVA di Taranto, già Italsider svenduta a metà anni '80 al patron dell'acciaio privato Riva, probabilmente, per come stanno le cose nei prossimi giorni dovranno intervenire le forze NATO o i caschi blu dell'ONU.
Ogni giorno se ne scopre una nuova i giornali di regime tentano di far passare la favola dello strano Angelo che massacra il Tavoliere imponendo il dilemma salute o posto di lavoro ma l'iscrizione nel registro degli indagati di Don Marco Gerardo fa scoprire una realtà diversa.
Il prelato già segretario dell’ex arcivescovo di Taranto mons. Benigno Luigi Papa, è accusato di false dichiarazioni, in sede di interrogatorio, in relazione ad una presunta tangente di 10 mila euro che l'ex responsabile dei rapporti istituzionali Ilva Girolamo Archinà, arrestato ieri, avrebbe consegnato al consulente del Tribunale nonché ex preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti per addomesticare una perizia sulle fonti di inquinamento. Archinà aveva riferito agli inquirenti che la somma, prelevata da cassa aziendale, non era destinata a Liberti ma si trattava di un' elargizione per la curia tarantina.
Dopo la notizia tra gli operai comincia a serpeggiare l'idea che non possa esistere un angelo tanto perfido e malvagio e che non è più possibile fare confusione tra lavorare e rubare.
Se ogni Euro speso per la corruzione fosse stato utilizzato per migliorare le condizioni di lavoro oggi l'ILVA sarebbe certamente in una situazione meno grave e sul tavoliere probabilmente soffierebbe aria più pulita.
Più che un Angelo, se pur in uno stato confusionale, a quanto pare per le Puglie si aggira un demone e se anche Cristo ha abbandonato gli operai è proprio vero che i lavoratori stanno messi proprio male.

sabato 24 novembre 2012

Beppe Grillo e i suoi grillini.


Siamo al paradosso ma negli ultimi anni è venuta sempre più affermandosi l'idea che i politici cioè gli uomini e le donne che sono a “capo” di organizzazioni dotate di potere siano peggio dei loro “comandati”. Sarà perché le debolezze di questi “capi” sono per definizione più esposte ma pochi oggi scommetterebbero sull'onestà della nostra classe dirigente. Classe dirigente che non è solo composta da parlamentari, governatori, sindaci e consiglieri ma anche da tutta quella pletora di lecchini, tirapiedi, e tecnici che una volta veniva ricompresa nella categoria dei burocrati ma che oggi è assunta ai valori delle cronache come il meglio della produzione dell' italietta fascista perché, sarà che non ce ne siamo accorti, ma una delle tante eredità di quel fascismo che ci portiamo appresso è quel coacervo di corporazioni che spaziano nel panorama italico e che terminano con i manicotti neri dei tecnici al governo,
Sembrerebbe, almeno al momento, fare eccezione il fenomeno Beppe Grillo .
Sull'onestà del comico, al momento non vi sono dubbi; con grande coraggio e un pizzico di ingenuità Grillo ha provato a ribaltare il tavolo.
Lo ha fatto semplicemente non più rincorrendo la televisione nel circo televisivo mediatico del baudismo imperante del tempo come quando prese di mira i socialisti ma semplicemente spostando la discussione su internet.
Il Beppe nazionale, dopo aver subito l'esilio televisivo per molto tempo, ha abbracciato in pieno la lezione Marxista sui mezzi di produzione e come un neo-marxiano non potendo disporne di quei mezzi, poiché per definizione in mano ai padroni, ha provato a percorrere altre strade.
Al momento la rete internet, e tutto quanto ne consegue, sembra rispondere in maniera efficace alla strada intrapresa ma paradossalmente gli unici a non aver compreso che chi detiene i mezzi di produzione è il padrone sono proprio i frequentatori della rete.
Questa incomprensione ha attirato i grillini nella trappola televisiva mediatica ma ha anche evidenziato come vi siano un sacco di frequentatori che sperano di continuare a vivere di rendita facendo le belle statuine nei consigli regionali e comunali o in televisione.
Se alle prossime elezioni politiche il movimento 5 stelle non sarà determinante per le sorti del paese sarà merito anche del parassitismo dei suoi seguaci.

martedì 20 novembre 2012

UN TECNICO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO



E' finita! Hanno fatto di tutto per salvare il paese ma in realtà erano stati nominati per abolire l'art. 18 e per spostare i soldi delle pensioni dalle tasche dei lavoratori a quelle dei loro solidali banchieri e assicuratori.
Certo non tutto è così semplice, tra pianti, proclami, convegni e allarmi hanno trovato anche il tempo di coprire i porcaccioni partitocratici che li hanno appoggiati e quando a capo della Repubblica nata dalla resistenza con il sacrificio dei giovani rimasti sulle montagne c'è rimasto un componente degli allora giovani universitari fascisti qualche dubbio sull'attuale democraticità del governo Monti rimane.
In un anno, con la scusa della crisi, hanno cancellato anni e anni di lotte e conquiste sociali. Ma l'aspetto più vergognoso di questa realtà sta nella complicità delle forze che dovevano o avrebbero dovuto difendere quelle conquiste. L'elenco è lungo e nella lettura si parte sempre da sinistra: partito democratico, rifondazione comunista, partito dei comunisti italiani, sinistra ecologia e libertà, CGIL, CISL, UIL, italia dei valori senza dimenticare le bufale sulla libertà, l'imprenditoria e le liberalizzazioni. Gli ultimi movimenti di piazza più che una forza indicano la forza di una disperazione: la disperazione di quel quadro a sinistra scomparso.
Il concetto strombazzato da tutti i media, compresa la rete, è che la globalizzazione ha un potere talmente particolare che rende schiavi chi lavora e continua a mandare i soldi verso l'alto come acqua di fonte purissima anche se quell' acqua in realtà puzza, sempre più, di sangue e sudore. Il progresso tecnico ha velocizzato la parola ma la tecnica è rimasta la stessa; mentre le chiacchiere corrono veloci banchieri, assicuratori e politici continuano ad accumulare ricchezza. La chiamano globalizzazione ma da duemila anni la gente comune legge sfruttamento. Sul finire questo governo sta facendo propaganda pro domo suo. Passa, in questa fase, che se non ci fosse Monti sarebbe peggio mentre andando avanti così, ne siamo tutti consapevoli, più che la globalizzazione la parola d'ordine sarà omologazione tendente Grecia e Spagna.
Bisogna intendersi sul modello d'inseguimento se la scelta dovesse cadere tra il salario degli operai serbi e i bambini cinesi nelle grandi corporations dell'elettronica pare evidente che il modello di riferimento è una scusa per continuare a rapinare le famiglie italiane.
E' finita? Speriamo! A breve si vota.

giovedì 15 novembre 2012

Arenaggio tecnico



I tecnici del governo, a quanto pare, sbagliano sempre e solo in un' unica direzione.
Prima sugli esodati, senza sapere di cosa trattano visto che non sanno neanche quanti sono e poi con il pasticcio dei cosiddetti “ricongiungimenti onerosi”.
La questione è molto semplice: per legge, dopo ampie discussioni gli ex socialisti del governo Berlusconi: Tremonti, Sacconi e Brunetta stabilirono che chi avesse lavorato per enti previdenziali diversi avrebbe dovuto sborsare la differenza del maggior valore dei diversi contributi.
I professorini anziché correggere l'anomalia di quella legge ne hanno teorizzato la bontà.
La piemontese Elsa Fornero in un articolo sul Corriere della Sera del 15 Febbraio 2012 sentenzia: “Caro Direttore...Sono certa che su questo punto riconoscerà l’esistenza di un forte principio di equità. In conclusione, mi rendo ben conto che, cambiando le regole, alcuni lavoratori riceveranno un trattamento meno favorevole rispetto a colleghi che, a parità di condizioni, hanno avuto accesso alla ricongiunzione gratuita (magari solo pochi mesi prima). Questa è però una caratteristica che si presenta ogni qual volta viene abolito un «privilegio»: si determina un effetto di transizione per cui la situazione di chi deve andare in pensione è allineata ai pensionati del futuro ma disallineata rispetto a quelli del passato. Si passa cioè dall’ esistenza all’ assenza del privilegio”.
Ma poiché val più la pratica della grammatica è quando sono iniziate ad arrivare le cartelle INPS ai pensionandi con i conteggi per i ricongiungimenti, che sono arrivati anche i dolori.
Inutile raccontare tutte le storie di questi privilegiati: scegliere, poco prima di andare in pensione, di dover pagare 300 mila Euro per non vedersi ridurre l'assegno ad esempio da 1500 a 800 Euro dev'essere un privilegio che potremmo pensare di far condividere anche a qualche attuale e passato ministro.

venerdì 9 novembre 2012

Proporzionale puro

Beppe Grillo e Pierluigi Bersani sono paradossalmente d'accordo in fatto di legge elettorale. Preferirebbero tenersi il Porcellum, nella speranza di vincere l'uno contro l'altro. A nessuno dei due importa della democrazia. A entrambi interessa solamente il proprio accesso al governo a scapito della democrazia.
La democrazia imporrebbe un principio democratico integralmente proporzionale, che dopo 20 anni di sbornia maggioritaria, leghi la rappresentanza unicamente al consenso. Ma la “governabilità” delle politiche dei sacrifici impone leggi elettorali truffa. Su questo stanno trattando i partiti dominanti. Grillo accetta il loro terreno di gioco. Altro che ”alternativa”!
Partito Comunista dei Lavoratori

giovedì 25 ottobre 2012

https://sites.google.com/site/nomontiday27ott2012/
di Giorgio Cremaschi
L'adesione al No Monti Day si sta diffondendo ovunque. Assemblee, riunioni, messaggi per la rete, tutto fa pensare che sabato ci sarà un evento in un paese che finora è stato il più passivo d'Europa. Ma la notizia della manifestazione non esiste per l'informazione ufficiale. Un convegno di 30 persone di qualche organizzazione con agganci nel palazzo ha molto più spazio, per noi nulla perché?
La prima ragione sta nel sostegno pressoché unanime che i mass media danno al governo. (...) Tutti i quotidiani eccetto tre e tutti i telegiornali eccetto nessuno sono portavoce di Monti e del suo doloroso ma inevitabile operare. Non c'è mai stata in Italia una tale informazione di regime, gli anni di Berlusconi al riguardo sembrano libertari.
Questo dimostra quanto sia logorata oggi la nostra democrazia, ove un governo privo di legittimazione popolare è al tempo stesso causa ed effetto di una riduzione delle libertà fondamentali. Il regime montiano, il pensiero unico nell'informazione è al tempo stesso espressione di una regressione cominciata con Craxi e proseguita con tutti i governi della seconda repubblica, ma anche manifestazione di una volontà di dominio dei poteri forti tutti schierati con il governo.
Si può anche constatare come l'efficacia di questa potenza di fuoco a favore di Monti sia relativa. Partito con un consenso del 71% quando fu nominato e acclamato salvatore della patria, il presidente del consiglio è precipitato al 37,anche se il regime da' buona prova di stupidità esaltando il fatto che comunque egli è' davanti a qualsiasi politico. È che gara e'? Dall'altra parte ci sono gli orrori e il disfacimento della casta, mentre il movimento 5 stelle raccogli consensi che non possono più essere nascosti.
Quello che in realtà si vuole testardamente affermare è ciò che Monti proclama tutte le volte che va all'estero. Ove ha più volte dichiarato che gli italiani ce l'hanno coi politici non con lui, e che accettano i sacrifici a differenza di tutti gli altri popoli europei.
E qui c' è il succo del pensiero unico che ci governa. Nel paese del gattopardo si può cambiare tutto, purché non cambi nulla di ciò che conta davvero. Le politiche di mercato e rigore non hanno alternative, come affermava anni fa la signora Thatcher. Chiunque governi dovrà continuarle. Per questo ogni tentativo di costruire una opposizione a Monti che lo contesti in quanto espressione della politica conservatrice europea, va censurato.
Ci possono essere le singole lotte, più o meno disperate, si può scendere in piazza per il lavoro, con ministri sfacciati che chiedono di partecipare. Ma non si può dire via il governo monti, basta con le politiche europee che stanno estendendo a tutto il continente il massacro greco. Da noi è questa opposizione che non ha cittadinanza, a differenza che in tutti gli altri paesi sottoposti alle ricette di Draghi, Merkel e Monti.
Qui emerge l'altra faccia del regime. Leggendo la carta d' intenti firmata dai candidati alle primarie del centrosinistra si resta sconcertati per la banalità e la retorica bolsa di un testo che pare fatto apposta per non discutere sul serio. Francamente non si capisce come una persona acuta come Tabacci possa lamentarsi. Quel testo è pura cultura democristiana, grandi valori e pochi impegni concreti da cui non si sgarra. Che, guarda caso , sono i brutali vincoli di bilancio messi nella Costituzione e negli accordi per il fiscal compact. Si dice che si vuol andare oltre Monti, accettandone però tutti i vincoli e gli impegni assunti. Quante ridicole chiacchiere.
Si capisce così la convergenza di interessi che porta a cancellarci. Da un lato coloro che vogliono affermare l'assenza di alternative alla politica dei tecnici. Dall'altro coloro che vogliono presentarsi come speranza e cambiamento, avendo già sottoscritto di non cambiare davvero niente.
Si capisce allora perché diamo fastidio e vogliono impedirci di esistere. Noi smascheriamo il trucco. Ma noi invece esistiamo e dal 27 ottobre cominceremo a riavvicinare l'Italia a quell'Europa che lotta contro Monti Merkel e tutti coloro chi li sostengono.

mercoledì 3 ottobre 2012


Dopo aver promesso mari e monti ci ritroviamo con le pezze al culo. I banchieri sono i veri padroni dell'Italia ex Repubblicana. La foglia di fico del governo monti è esclusivamente servita agli attuali partiti a coprire il loro benessere, attraverso la maschera di maiali, quali sono, contro il popolo che ogni giorno, al contrario, ci mette la faccia per campare.
I banchieri dopo aver rubato hanno rifilato al popolo italiano un economia di guerra.
Comuni, provincie, regioni e Stato tracimano di ladri nonostante i tecnici, profumatamente pagati in passato e profumatamente assicurati per il futuro, continuino a teorizzare la soluzione della crisi attraverso liberi licenziamenti.
Il 27 ottobre prossimo venturo a Roma sarà molto utile essere in tanti meglio se davanti al Quirinale, per cingere simbolicamente in un affettuoso abbraccio il nostro capo delle forze armate. Forse anche Lui capirà di aver sbagliato nel dichiarare guerra al popolo italiano.

mercoledì 27 giugno 2012

Apprescindere


Apprescindere

Fuori di testa o fuori dal vaso?
Luigino ha già esondato: “sostegno a Monti a prescindere dai risultati!

Elsa


Elsa

Elsa: “Il Lavoro non è un diritto!
Elsa non dircelo...Molto meglio farsi mantenere tutta la famiglia dallo Stato?

Ferie d' agosto


FERIE
Dopo aver appoggiato Monti e aver rubato anche l'ostia di Gesù Bambino in chiesa una bella mattina hanno mandato avanti il cretino di turno: “troppe ferie e troppo stipendio!”
Ma il compagno Cicchito non ci sta! “Ferie d'agosto per i deputati o è crisi di governo!”
In trepida attesa si attendono le dichiarazioni del compagno Bersani.

venerdì 22 giugno 2012

Lotta Continua


PERCHÈ ANCORA NON È FINITA
Il movimento di Lotta continua quello per intenderci sciolto nel 1976 al congresso di Rimini è racchiuso anch'egli dentro la sconfitta delle lotte che a partire dal 1969 si sono sviluppate in Italia a sinistra.
Si tratta del primo movimento della sinistra cosidetta extraparlamentare che decise di chiudere i battenti mentre le restanti organizzazioni furono spazzate via per consunzione tra il 1980 e il 1985.
Formalmente fu l'irrompere della questione femminile ma nessuno ha mai capito il vero motivo dello scioglimento di lotta continua. L'unico che abbia dato una spiegazione credibile di quello scioglimento è stato Enrico De Luca, già responsabile del servizio d'ordine, sostenendo che lo sciglimento di lotta continua fu di fatto una diserzione di massa del gruppo dirigente.
La sconfitta delle formazioni di quegli anni, nessuna esclusa, fu semplicemente la corruzione prima nello spirito poi nell'animo e dalla metà degli anni '80 nel portafoglio della società italiana.
Oggi lo schifo che si tocca con mano tutti i giorni nella rappresentanza politica sta portando, dopo l'abbandono della lotta, anche miseria. La lotta continua perchè ancora non è finita e quando ci si distrae i ladri, come in questi ultimi 30 anni è stato inquivocabilmente dimostrato, sono sempre in agguato.
La sinistra si è affidata ad un manipolo di biscazzieri e ad una pletora di venduti. Più che continua. La lotta riprende!

giovedì 21 giugno 2012

Trattativa Stato mafia


Trattativa Stato mafia

Giorgio finalmente parole chiare!
Giorgino...Giorgino...sono i fatti che purtroppo sono oscuri!

mercoledì 20 giugno 2012

Manifestazione 22 Giugno

Di Giorgio Cremaschi 
Ci sono delle giornate peggiori delle altre e ieri era una di quelle.
Innanzitutto la vomitevole felicità del regime per la vittoria dell'euro in Grecia. Sì perché secondo i principali commentatori è proprio la moneta che ha vinto le elezioni. Monti e il suo governo dell' austerità hanno dimenticato che il primo partito greco è quello accusato di aver falsificato i bilanci di quel paese portandolo alla catastrofe.
Centrodestra e centrosinistra sono a loro volta apparsi felici perché i partiti che formeranno il governo greco sono i loro gemelli e se l'euro ha salvato quelli, perché non sperare che lo faccia anche con questi?
Solo i mercati, gli unici marxisti rigorosi rimasti, han creduto poco alla vittoria della moneta e han continuato a speculare partendo dai dati reali della crisi economica, che continua come prima.
Anche la Cgil ha colto al balzo la palla delle elezioni greche, sarà un puro caso naturalmente, per revocare quello sciopero in difesa dell'articolo 18, che peraltro aveva congelato da mesi.
Questa decisione è stata presa proprio mentre il governo si appresta a ricorrere alla fiducia per portare al vertice europeo di fine mese lo scalpo degli ultimi diritti costituzionali del lavoro. Quando il governo si irrigidisce, il sindacato confederale si ammorbidisce. Questa è la formula che ha permesso di far passare la più feroce controriforma delle pensioni d'Europa, il cui l'effetto esodati, che si tenta goffamente di limitare, è solo uno dei primi danni collaterali. Ora va all'approvazione la controriforma del lavoro, mentre viene già annunciata la pubblica svendita di tutti i beni comuni e un esponente del governo in cerca di notorietà vuol abolire le ferie. Ma i greci hanno votato per l'euro di che preoccuparci allora?
Non sempre la cura contro i conati di vomito è stare fermi e aspettare che passino . A volte un po' di sano movimento può far stare meglio. Per questo suggerisco a tutte e tutti coloro che come me rischiano di non sopportare la nausea per un regime ove i governanti ricattano i cittadini con la moneta e se ne vantano pure, suggerisco di reagire scendendo in piazza. Non è sicuramente sufficiente, ma può farci stare meglio.
Appuntamento il 22 allora, in difesa dell'articolo 18, contro il governo Monti e tutti coloro che imbrogliano ricattando con l' euro.

martedì 19 giugno 2012

Riforme

In queste ore il governo si sta apprestando a definire la ulteriore azione contro il lavoro pubblico e il conseguente totale smantellamento dei servizi pubblici. Su tutti i quotidiani da giorni si insiste sui provvedimenti da adottare per ridurre il numero dei dipendenti pubblici e il costo del lavoro pubblico.

Il Premier monti vuole arrivare al vertice europeo del 28 e 29 giugno con due “scalpi alla cintola”: l’approvazione della Controriforma del lavoro e lo smembramento del Pubblico Impiego, così come previsto dalle imposizioni europee, della BCE, della finanza e delle banche.

Questi i provvedimenti che dovrebbero essere contenuti in un Decreto (con attuazione immediata) da emanare già all’inizio della settimana prossima:
>    Riduzione del numero dei dipendenti variabile tra il 5 e il 7% (230.000 – 300.000 persone, oltre 100.000 solo nella Scuola;
>    La rottamazione dei sessantenni accompagnata solo dall’80 % della retribuzione tabellare (lo stipendio base) e per soli 2 anni, poi nessuna retribuzione sino al raggiungimento dell’età pensionabile che la Fornero ha fissato ormai in 67 anni d’età (altri 300.000 esodati senza retribuzione né pensione);
>    Blocco delle tredicesime per 3 anni, prorogabile;
>    Riduzione generale degli stipendi dal 2,5 al 5%;
>    Riduzione del valore dei buoni pasto

Non serve aggiungere altro. Ora è il momento di mobilitarsi!
Manifestazioni
Roma, Piazza della Repubblica, ore 9:30
Milano, Largo Cairoli, ore 9:30

domenica 17 giugno 2012

Giorgino



Non ne ha azzeccata una fin dai tempi dei gufari, così come definiva Emilio Taverna quei ragazzotti del GUF giovani universitari Fascisti sempre in prima fila alle rappresentazioni teatrali al “Teatro degli illusi” e firme in bellavista sul settimanale fascista “IX maggio”.
Passano a fatica 10 anni dalla fine della guerra e lo ritroviamo nella strenua difesa dell'intervento sovietico in Ungheria definendolo: “un contribuo alla pace nel mondo”
Negli anni '70 è già all'avanguardia nella rincorsa al PSI per virare, poi durante i governi della solidarietà nazianale come portavoce all'inseguimento dell'Andreotti di turno.
Negli anni '80 se la prende con il povero Berliguer reo di aver posto male la questione morale e sull'Unità comunica che il PCI rischia di isolarsi dal parlamento percorrendo i «familiari sentieri» della lotta sociale.
Nel 1992 in piena tangentopoli eletto Presidente della camera se ne esce con la genialata dell'unificazione del PCI e del PSI di Bettino Craxi proprio quando Ghino di Tacco si appresta a lasciare il paese.
Ma quando la guardia di finanza si presenta a Montecitorio chiedendo di visionare i bilanci dei partiti il Presidente da mandato di anteporre l'immunità con buona pace di tutti i partiti coinvolti che applaudono al grande senso dello Stato del nuovo Presidente.
Saranno stati i binari della metropolitana milanese ma nel 1996 il treno che lo porta quale ministro dell'Interno nel governo Prodi diventano nel 1999 aerei da bombardamento per la Serbia quando sostiene la necessità di bombardare gli ex compagni.
Giorgino, a vedere la storia, in 60 e passa anni di vita politica non ne ha azzeccata mezza e a quanto pare anche questa volta, con la nomina di Monti a Presidente del Consiglio, le cose non procedono per il meglio.

sabato 16 giugno 2012

Sciopero 22 Giugno 2012

Il 22 in lotta per l'articolo 18
di Giorgio Cremaschi
Sappiamo tutti che sarebbe necessario ben altro per contrastare la terribile controriforma del lavoro che sta passando nel silenzio della opinione pubblica e nella censura della grande informazione. E sappiamo anche che questo ben altro non c'è anche perché le grandi confederazioni sindacali non lottano davvero contro questo governo, sostenuto in maniera determinante dal Pd. Il quale a sua volta ancora non paga tutti i prezzi di consenso che dovrebbe pagare, come invece è accaduto al suo gemello greco Pasok.
Ma non per questo dobbiamo considerare con sufficienza tutti gli sforzi e le iniziative di chi non vuole arrendersi. Le iniziative promosse dal Nodebito la scorsa settimana e i due giorni di mobilitazione di Roma sotto la sigla Occupy Fornero sono comunque stati importanti anche se non hanno raggiunto la partecipazione degli appuntamenti del passato. I due giorni al Pantheon a Roma hanno visto giovani precari contestare duramente quella controriforma che secondo il governo ed i suoi sostenitori sarebbe invece a loro favore. e  hanno prodotto un primo disgelo tra forze e militanti che dopo il 15 ottobre dell' anno scorso avevano chiuso tra loro. (...)
Ora c'è un appuntamento che può dare ancora di più. Il 22 giugno praticamente tutto il sindacalismo di base ha indetto uno sciopero di 8 ore in tutti i settori, con manifestazioni a Milano e a Roma, in difesa dell'articolo 18.  Per lo stesso giorno la Rsu della Same ha lanciato un appello per scioperare e manifestare a Bergamo sotto la sede ove la Federmeccanica svolgerà la sua assemblea annuale.
Sono scelte giuste, che danno voce ad un dissenso ben più vasto di quel che appare,come è scritto in un vasto appello di giuristi democratici, sindacalisti ed esponenti dei movimenti dirigenti dei partiti della sinistra.
Quando un sciopero è giusto, se si può lo si fa. E non c'è dubbio che scioperare in difesa dell'articolo 18 sia oggi una delle motivazioni più valide per lottare. Perché la controriforma del lavoro non è neppure legata ai conti pubblici come la mostruosa controriforma delle pensioni. Essa è un puro prodotto della ideologia di Marchionne e della ricerca spasmodica del supersfruttamento del lavoro. Essa è frutto del tentativo della casta politica e tecnocratica di salvare se stessa offrendo ai banchieri europei e alla finanza internazionale lo scalpo di uno degli ultimi diritti del mondo del lavoro. E fa parte di una sempre più aggressiva azione di rovesciamento della Costituzione Repubblicana sia sul piano materiale come su quello formale.
Di fronte ad attacchi analoghi nel passato, la Cgil riformista di allora scese in piazza e vinse. Oggi la Cgil non lo fa per subalternità al quadro politico. Nessuno faccia il furbo, poniamo una ingenua domanda al gruppo dirigente della confederazione: se una simile legge l'avesse proposta Berlusconi qualche mese fa, cosa avreste detto e fatto?
I militanti della Cgil che scenderanno in piazza il 22  non solo faranno una cosa giusta, nello spirito profondo dei valori del sindacato di Di Vittorio. Ma, sia ben chiaro, non violeranno lo Statuto dell'organizzazione. Dove sta scritto infatti che in Cgil non si può più scioperare per l'articolo 18?
Chi può,dunque, partecipi a quella giornata di lotta. Non sarà quello che sarebbe necessario, ma servirà ad una affermazione molto importante, utilissima per i prossimi duri attacchi che ci attendono. La giornata del 22 servirà a smentire Monti, che finora all'estero si è vantato  che qui da noi le controriforme sociali hanno il consenso e passano senza contestazioni.

giovedì 14 giugno 2012

Articolo 18

No alla cancellazione dell’articolo 18
Fermiamo il disegno di legge Monti-Fornero
Prendiamo parola in occasione dello sciopero generale del 22 giugno
In nome delle politiche di austerità e di liberalizzazione del mercato del lavoro volute dall’UE, il governo di ‘impegno nazionale’ cancellando l’articolo 18 realizza ciò che fu impedito al governo Berlusconi.
Il disegno di legge Monti-Fornero nega il diritto alla reintegra in caso di licenziamento illegittimo, e completa la restaurazione di un regime autoritario nelle fabbriche e negli uffici.  La Costituzione, 42 anni fa, con lo Statuto dei diritti entrava nei luoghi di lavoro, oggi ne verrebbe ricacciata. Il disegno di legge Monti-Fornero, mentre cancella l’articolo 18, non contrasta anzi facilita il dilagare della precarietà, non potenzia gli ammortizzatori sociali per renderli universali anzi li riduce nei processi di riconversione industriale. Il Governo mira a porre i precari contro lavoratori a tempo indeterminato, giovani contro adulti, uomini contro donne, lavoratori italiani contro migranti.
Quando nel 2002 il governo Berlusconi tentò di modificare l’articolo 18, la CGIL organizzò una grande manifestazione che indusse il governo a ritirare il disegno di legge.
Quando il governo Monti annunciò la ‘riforma del mercato del lavoro’ e la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori, decine sono state le manifestazioni spontanee per respingerle. Le iniziali proteste dei lavoratori sono però state sovrastate da uno schieramento di forze politiche dal PD al PdL, di forze sindacali dalla Cisl alla Uil alla Cgil (salvo la voce critica della FIOM), e di forze mediatiche affinché la riforma Monti-Fornero potesse avere un iter facile in Parlamento. Al Senato il progetto Monti-Fornero è stato fatto proprio dalla maggioranza PD-PdL-UDC che ha approvato addirittura emendamenti peggiorativi rispetto al testo del Governo: si raddoppia il periodo di durata massima dei contratti precari acausali (da 6 a 12 mesi), si consente un ampio utilizzo di voucher in agricoltura, si sterilizza la normativa antifraudolenta sulle partite IVA, e si cancella  l’ultima possibilità residua di reintegra per i licenziamenti disciplinari con l’eliminazione di qualsiasi riferimento alla legge nel vaglio che il Giudice sarà chiamato a fare per decidere se ordinare il ripristino del rapporto.
Il prossimo 22 giugno un insieme di forze del sindacalismo di base, indipendente e conflittuale, ha proclamato, con l’auspicio che venga fatto proprio da altre organizzazioni sindacali e movimenti sociali, uno sciopero generale per protestare contro la cancellazione dell’articolo 18, per proporre la sua estensione, l’uscita dalla precarietà, l’universalizzazione degli ammortizzatori sociali, la democrazia sindacale.
Cogliamo questa occasione per prendere parola, chiedendo che alla Camera sia fermato il disegno di legge Monti-Fornero, per affermare la dignità e i diritti democratici del lavoro, fondamento della Costituzione della Repubblica.
 http://www.forumdirittilavoro.it
Appello promosso dal Forum Diritti/Lavoro

lunedì 11 giugno 2012

Cherchez l' argent



L'attuale crisi economica è arrivata dopo decenni di trasformazioni sociali e politiche ma cosa spesso trascurata è avvenuta soprattutto a seguito di profonde trasformazioni democratiche.
Lo slogan meno Stato più mercato in realtà ha permesso lo svuotamento delle casse pubbliche dimostrando come senza controllo interno da parte dei lavoratori le scorrerie con i soldi pubblici finiscano per danneggiare l'intera società italiana.
L'esempio di CGIL CISL e UIL che hanno di fatto concesso ai padroni il licenziamento dei dipendenti attraverso le modifiche all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori è il risultato finale della commistione tra potere politico e interesse economico.
Partiti, governo, sindacati e confindustria di fatto, in questo preciso momento storico, sono tutti uniti contro i lavoratori in una potenza di fuoco, senza precedenti, potenza che se trova precisa e comprensibile giustificazione nel potere politico e nel potere economico diventa più irragionevole quando a a questa potenza offre copertura il sindacato italiano.
Le ragioni di un sindacato che tanto sta lottando per consegnare gli ultimi residui di dignità a Confindustria e ai partiti che sostengono l'attuale Governo sono solo apparentemente incomprensibili.
E' in atto un baratto che parte dalla riforma delle pensioni e che vede uno scambio monetario tra diritti e potentati.
I poteri economici stanno offrendo a CGIL CISL e UIL la possibilità di passare alle ben più grasse remunerazioni ricavate dalla gestione dei fondi pensione negoziali in cambio di un arretramento continuo sul piano dei diritti.
Solo togliendo a CGIL CISL e UIL l' argento di quei fondi pensioni sarà possibile invertire la rotta e costringere così anche il sindacato confederale a tenere fuori dalla porta gli interessi dei banchieri.


domenica 10 giugno 2012

Articolo 18

18 Buoni motivi per scioperare
1
Inflazione in salita, crollo del potere d'acquisto, aumento della povertà, 9 milioni di italiani non riescono a curarsi.

2
Salari, pensioni e contratti bloccati.
3
Produzioni spostate all'estero, stabilimenti chiusi e disoccupazione in aumento.

4
Pensione a 70 anni. Esodati e cassaintegrati senza pensione.
5
Nessuna patrimoniale per ricchi, la crisi viene scaricata sui poveri.

6
Aumento delle tasse e introduzione dell'IMU.
7
L'IVA aumenta con ripercussioni pesantissime sui prezzi e sui bassi redditi.

8
Il 36% dei giovani è senza lavoro e la disoccupazione è al 10%.
9
Tagli alla spesa sociale (trasporti, sanità, scuola ecc) e privatizzazione dei servizi pubblici.

10
Drastica riduzione degli ammortizzatori sociali.
11
Aumento della precarietà.


12
Continuano gli “omicidi” sul lavoro.
13
Incremento delle spese militari per nuovi armamenti e missioni militari all'estero.

14
Aumento della repressione del conflitto sociale.
15
Subordinazione completa di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che accettano senza alcuna reale protesta qualsiasi provvedimento del Governo Monti-Fornero.

16
Stravolgimento delle regole democratiche. Decide un solo grande partito in parlamento, quello di Monti e della BCE.
17
Attacco ai diritti dei lavoratori e ulteriore riduzione delle libertà sindacale.

18
Cancellazione dell'art. 18 per i lavoratori del privato e presto per i dipendenti pubblici. Padroni ancor più liberi di licenziare. Aumenta il ricatto e si riduce qualsiasi altro diritto conquistato in decenni e decenni di lotte.

domenica 3 giugno 2012

Mister tripla botta di...


Mister tripla botta di...
Quelle labbra turgide e un po' tumefatte della condutrice già parlamentare europeo per la lista “Uniti nell' Ulivo” e quel vicedirettore della "Stampa", pagato dagli Agnelli, non hanno certo fatto una bella figura nell'intervistare, l'altra sera alla 7, Il Sindaco della riviera, turisticamente parlando, più famosa d'Italia.
A scanso di equivoci dobbiamo dire che il Sindaco è stato l'unico a uscirne con dignità mentre i tre figuranti parevano un tantino stesi.
Se un ragazzotto di mezz'età dalla faccia borghese un po' rosè può certamente attirare signore e signorine rifatte, non comprendiamo cosa abbia attirato il Gramellini di turno che si è sperticato a sottolineare come se il “PD” avesse segretari di si tanta fattura forse la sinistra avrebbe già vinto.
Anche Andrea Scanzi, giornalista del Fatto Quotidiano, presente in collegamento, ha fatto una figurella non molto edificante, ha citato Beppe Fenoglio che invitava a non dimenticare, subito dopo la guerra, coloro che erano stati fascisti e poi si erano mischiati agli antifascisti ma ha dimenticato di raccontare come il Sindaco che aveva di fronte, a 43 anni suonati, è già stato assessore provinciale, segretario del partito e consigliere regionale "DS", per due mandati, iniziando l'ascesa quando presidente della giunta Regionale Emilia Romagna era proprio quel Bersani tanto criticato. Friburgo è vicina e dal 1995 non si è mai mossa ma a quanto pare il Sindaco si!

domenica 27 maggio 2012

La fantasia di Santa Rita


La fantasia di Santa Rita
Più che tecnici al governo pare avere dei fantasisti.
La sensazione di un misto comico burlesque che ogni tanto spara e poi come se nulla fosse la crisi che tutto copre riporta a normali valori è ormai realtà. Che questi tecnici fossero incapaci lo hanno già sperimentato i cosiddetti esodati ovvero quel “manipolo” di uomini e donne infilati nel limbo rimasti senza pensione e senza lavoro di cui la Ministra non sa neanche quanti siano. Sarà tutta na roba tecnica ma se non capiscono nulla loro che hanno le calcolatrici figuriamoci noi che dobbiamo fare i conti con le dieci dita. Sugli esodati la prima sparata era di 65 mila! Ma la cifra si è rivelata subito sbagliata mancava la moltiplicazione per almeno per tre nella migliore e per quattro nella peggiore delle ipotesi. A quel punto la maestrina ministra si è stizzita e mai avrebbe immaginato che una moltiplicazione creasse tanta confusione: “...la crisi ha generato un numero di esodati difficile da calcolare...” poi ha capitolato: “...Le persone in questione – ha spiegato – “sono molte di più dei conti fatti inizialmente dal governo...”. Ma sul finale, a sorpresa, dopo un tavolo tecnico tra INPS, governo e chissà chi il numero come per magia è tornato a 65 mila.
Un'altra sparata tipica dei tempi che stiamo vivendo riguarda ancora la nostra Amata che al convegno del 25 maggio 2012 dal titolo: "Autonomia delle persone con disabilità: un nuovo contributo per assicurarla". Ha sentenziato: "...Non si può pensare che lo Stato sia in grado di fornire tutto in termini di trasferimenti e servizi...". “Sia il privato che lavora per il profitto sia il volontariato no profit sono necessari per superare i vincoli di risorse. Il privato, in più del pubblico, possiede anche la creatività per innovare e per creare prodotti che aiutino i disabili...” e ancora: “...Per evitare accuse di raggiro o frodi, il ruolo pubblico dovrebbe dare credibilità inserendosi nella relazione tra la persona e il mondo assicurativo. C’è bisogno di innovazione finanziaria e creatività...” Finanza? Creatività? Disabili? Assicurazioni? Sarà mica che non avendo il coraggio di dire che la sanità va privatizzata per dare i soldi alle assicurazioni si vuole iniziare proprio dai disabili perchè non in grado di difendersi? Dopo la sparata la ripresa: «il binomio pubblico – privato è oggi più che mai necessario per superare i vincoli di risorse». «Il privato può avere anche quella fantasia creativa per innovare i prodotti assicurativi e finanziari e naturalmente non penso a quella creatività finanziaria che ha portato all’attuale crisi». Ma a quale fantasia creativa privata si riferisce? Sarà mica la fantasia di Santa Rita? La clinica dove tra il 2005 e il 2007 ben 14 persone tra primario, medici e amministrativi avrebbero eseguito 83 interventi nella migliore delle ipotesi completamente inutili; decorticazioni soprattutto di polmoni e mammelle, unicamente per chiedere il massimo dei rimborsi in aggiunta alla decina di pazienti con tubercolosi curati con l'asportazione del polmone senza dimenticare i casi in cui sono state asportate mammelle a donne in giovane età, senza motivo, quando sarebbe bastata la semplice asportazione di un nodulo. Quando entreranno in gioco le assicurazioni private succederà l'esatto contrario: casi gravi verranno rimborsati come semplici appendiciti.
Che le assicurazioni private si prendano cura dei disabili è una fantasia esclusiva della nostra ministra a meno che dietro questa fantasia non si nasconda l'intenzione di finanziare le assicurazioni con le pensioni di invalidità e gli assegni di accompagnamento.

♫ Era meglio morire da piccoli...♫???


Era meglio morire da piccoli...♫???
Anche nella nostra provincia, con la scusa della crisi qualcuno continua a marciare compatto e allineato.
Per chi non se ne fosse ancora accorto l'aumento del 3,5% dell'assicurazione auto e moto quest'anno dalle nostre parti è merito della Provincia di Rimini.
Pochi spiccioli certo ma che distribuiti su 300 mila auto sono un bel gruzzoletto.
A titolo d'esempio per 600 Euro di assicurazione ci tocca sganciare più di 20 Euro. Una pizza e una birra che ci toccherà pagare pur non avendo invitato nessuno.
Ma si sa come insegna il Vescovo le predicche non sono mai abbastanza e se vogliamo continuare a sentire quelle della provincia tocca pagare.
A cosa servano quei 20 Euro ognuno può valutarlo da se ascoltando e guardandosi attorno.
Non era certo meglio morire da piccoli ma a quanto pare pure farsi prendere per il culo da grandi ha il suo prezzo.

giovedì 17 maggio 2012

"Fu un'orgia di aggiotaggio, di truffe finanziarie, di avventurose Società per Azioni. Ne risultò una rapida concentrazione del capitale tramite l'espropriazione delle classi medie e si allargò il fossato fra classe capitalista e classe operaia. Tutta l'infamia del regime capitalistico, che poté dare libero corso alle sue inclinazioni naturali, si scatenò senza resistenze. Fu del tempo stesso un'orgia di lusso e di corruzione, uno splendore corrotto, una bolgia di tutte le basse passioni delle classe superiori. Questa forma ultima del potere di governo ne era al tempo stesso la più prostituita. Fu un saccheggio sfacciato delle risorse dello Stato da parte di una banda di avventurieri; fu la serra calda per un enorme debito pubblico, fu l'apogeo della prostituzione, una vita artificiosa fatta di false ostentazioni. Il potere di governo, coperto di lustrini da cima a fondo, sguazzava nel fango.."
Karl Marx

lunedì 7 maggio 2012

Merde!


La vittoria di Hollande è stato un duro schiaffo a Bersani, Alfano e Casini.
Il trio che come topi nella stiva si era già affrettato a saltare sulle scialuppe di salavataggio offerto dal pertugio che i sondaggi avevano aperto sulla sconfitta certa di Sarkozy sono preoccupati per le ripercussioni che la vittoria dell' ”uomo qualunque” francese avrà in Europa.
Tutta la strategia studiata e propagandata si è spiaccicata in una domenica qualunque sulla scheda elettorale francese.
Un vero peccato perchè se anche Hollande anziché battersi per vincere le elezioni se ne fosse uscito agli Champs Elysees e avesse dichiarato: “non ci sto a vincere sulle macerie del paese!” Tutto sarebbe filato per il meglio e avremmo risparmiato l'ennesima figuraccia alla sinistra italiana.
Il bocconiano aveva due compiti: l'articolo 18 e la riforma delle pensioni; sulla riforma delle pensioni sappiamo come è andata sull'articolo 18 lo sapremo a breve ma questa sinistra assomiglia sempre più a quella signorina un po' civetta in viaggio per l'Europa a cui a qualcuno è bastato chiederla per averla.
Chissà se funziona:
Monti, Alfano, Bersani e Casini! Andatevene! E' la sinistra che ve lo chiede!