sabato 21 aprile 2012

Gauche


AFFINCHÈ LA STRADA SIA MENO DURA
Tra meno di ventiquattrore la Francia è al voto. La destra di Sarkozy, che governa dal maggio 2007 pare in grande difficoltà; una difficoltà nata da quello straccio-capitalismo parassitario che da un po' di anni si aggira per l'Europa e che i francesi hanno abbracciato nell'asse franco tedesco prima con Jacques Chirac e poi con Nicolas Sarkozy; ma quell'asse su cui, come un elefante si sono ciondolati i due presidenti, inaspettatamente sta partorendo, anziché una unica guida per l'Europa, il pachiderma tedesco e il topolino francese: Grecia, Spagna e Italia, i topolini predestinati affacciati sul Mediterraneo, e relegati a bestia da soma per l'Europa del Nord, su cui ha pesato la riunificazione, rischiano di ritrovarsi oggi a dover far posto nella stiva anche ai fratelli topolini dalla erre moscia.
Come questo sia potuto accadere agli occhi dei francesi non trova spiegazioni, ma stante lo stato dei fatti, la sinistra parigina non vuole rischiare di affogare in un un regime che parla francese ma che comanda tedesco, regime peraltro sempre latente nella destra francese dopo l'esperienza di Vichy.
Agli occhi dei francesi qualcosa non sta funzionando soprattutto da quando hanno scoperto che, con la loro sterlina, i dirimpettai inglesi, i veri controllori dell'Euro, sono riusciti a parare fino ad oggi, almeno da un punto di vista monetario, i contraccolpi dell'Euro.
L'Italia, in realtà il culo e il cuore ma non il portafoglio di quello straccio capitalismo che ha sede nei Paesi Bassi e che ha già dato numerose prove di volersene infischiare delle pesanti condizioni che si stanno abbattendo sulle famiglie, come al solito sta a guardare piegandosi e sperando che passi la bufera.
Ma più passa il tempo e più questa bufera rischia di travolgere ogni minima democrazia ormai monetizzata in ogni suo aspetto come anche gli ultimi avvenimenti hanno dimostrato. I soldi sono nelle mani dei banchieri e statene certi non esiteranno ad usarli gli ultimi avvenimenti parlano chiaro: sono tutti sotto ricatto!
Dobbiamo augurarci che Francois Hollande vinca perchè la vittoria sarebbe un duro colpo, soprattutto da un punto di vista simbolico, per quel culo e per quel cuore che ha già teorizzato la fine della democrazia e che aspetta solo di poter concretizzare il piano tanto desiderato.
Una vittoria di Monsieur Hollande rimescolerebbe le carte e offrirebbe un segnale anche al di qua del Monviso; un fermino che metterebbe quantomeno in discussione il pranzo apparecchiato da Monti e dai suoi sostenitori: un'opportunità per invertire licenziamenti, povertà e schiavitù nell' Europa monetaria.
Non sarà semplice, quest'occasione è il primo passo: adesso tocca ai francesi a breve toccherà anche al popolo italiano.
Nuvola Rossa

venerdì 13 aprile 2012

La Fornero e la Gazzella


Ogni mattina un operaio sa che dovrà correre per andare a lavorare se non vuol far la fame;
Ogni mattina la Fornero sa che dovrà correre se non vuol essere insultata dagli operai!
Non importa se sei Fornero o operaio ma se sei Fornero inizia a correre perchè oltre agli operai pure i disoccupati ti stanno alle calcagna!

ABC


ABC
Ora che con i soldi pubblici abbiamo pagato pure la rinoplastica al figlioletto del Senatur siamo tutti più contenti! Finalmente abbiamo compreso che il debito pubblico è stato creato dai soldi che i partiti si sono fregati e non certo per far funzionare la democrazia: spese familiari per l'acquisto di case a loro ma soprattutto a nostra insaputa, contratti di lavoro superpagati a carico dello Stato questa volta ad insaputa solo nostra, società di comodo intestate ai familari e costituite con i soldi pubblici per accaparrarsi gli appalti senza dimenticare i soldi spesi per le scuole private per comprare diplomi e lauree e si sa più alte son le tasse più gli studenti sono bravi anche se il postulato pare sia in crisi soprattutto tra i Bocconiani che cominciano a domandarsi, dopo aver scoperto che Mario Monti e Sara Tommasi hanno frequentato la stessa scuola, se non sia vera l'ipotesi contraria.
Han voglia gli Alfani i Bersani e i Casini a voler rifare l'ABC della politica. Non si sono accorti di nulla e stanno prendendo per i fondelli il popolo italiano!
I tre dell'Ave Maria stanno sostenendo un governo che ha falcidiato le pensioni, non ha creato un posto di lavoro, vuol licenziare a piacimento per ricattare i lavoratori e ha aumentato le tasse.
Quale debito pubblico Monti sta risanando? Quello contratto per mantenere le sgallettate in parlamento e nei consigli Regionali? I Contratti fatti agli amici degli amici? Gli avvocaticchi a cui sono state girate tutte le cause degli enti pubblici? I magistrati corrotti? le cliniche private che chiedevano i rimborsi alle Regioni per operazioni che non si dovevano fare e che hanno rovinato centinaia di persone? Le case rubate ai lavoratori?
I figli mantenuti agli studi?
Ma di che cosa stanno ciarlando?
Bilanci certificati? Corte dei Conti? Authority di vigilanza?  E chi le paga tutte ste boiate?
Non ci sono altre strade dobbiamo togliere l'acqua a questi piranha!
Una cosa semplice l'unica da fare: riduzione immediata del 75% del finanziamento pubblico ai partiti.

mercoledì 4 aprile 2012

ARIDATECI FANFANI



Anziché occupare le case a sua insaputa come succede ai politici di adesso, le fece costruire!
Anzichè prendere i soldi dalla confindustria decise di staccarsene!
Come ministro dell'interno fu l'unico a rifiutare i soldi dei servizi segreti!
Anzichè le privatizzazioni decise di nazionalizzare l'energia elettrica!
Eppure gliene hanno dette di tutti i colori a quel poveretto la fantasia non ha avuto pietà con gli epiteti nei confronti del senatore Amintore pace all'anima sua. Si sono scatentati tutti a quel tempo, si è passati dalla rappresentazione storica del periodo della sua lunga attività politica definita dal Manifesto “Fanfascismo” per passare al “Fanfani rapito” del Nobel Dario Fo' senza mai dimenticare la scheda che apparve durante la votazione per la corsa a Presidente della Repubblica, nel 1971 con su scritto “Nano maledetto non sarai mai eletto”! Indro Montanelli lo soprannominò “Il Rieccolo” per la grande capacità di riemergere anche dopo lunghi periodi di oblio e la caparbietà ad occupare incarichi di governo mentre in positivo negli ambienti della DC del tempo gli amici lo avevano soprannominato Ercolinosempreinpiedi per la sua capacità di non arrendersi mai. Se guardiamo oggi i nostri tecnici in combutta con gli odierni politici da strapazzo il “piccoletto” tanto criticato pare sicuramente un gigante.