No alla cancellazione dell’articolo 18
Fermiamo il disegno di legge Monti-Fornero
Prendiamo parola in occasione dello sciopero generale del 22 giugno
Fermiamo il disegno di legge Monti-Fornero
Prendiamo parola in occasione dello sciopero generale del 22 giugno
In
nome delle politiche di austerità e di liberalizzazione del mercato del
lavoro volute dall’UE, il governo di ‘impegno nazionale’ cancellando
l’articolo 18 realizza ciò che fu impedito al governo Berlusconi.
Il disegno di legge Monti-Fornero nega il diritto alla reintegra in caso di licenziamento illegittimo, e completa la restaurazione di un regime autoritario nelle fabbriche e negli uffici. La
Costituzione, 42 anni fa, con lo Statuto dei diritti entrava nei luoghi
di lavoro, oggi ne verrebbe ricacciata. Il disegno di legge
Monti-Fornero, mentre cancella l’articolo 18, non contrasta anzi
facilita il dilagare della precarietà, non potenzia gli ammortizzatori
sociali per renderli universali anzi li riduce nei processi di
riconversione industriale. Il Governo mira a porre i precari contro
lavoratori a tempo indeterminato, giovani contro adulti, uomini contro
donne, lavoratori italiani contro migranti.
Quando
nel 2002 il governo Berlusconi tentò di modificare l’articolo 18, la
CGIL organizzò una grande manifestazione che indusse il governo a
ritirare il disegno di legge.
Quando
il governo Monti annunciò la ‘riforma del mercato del lavoro’ e la
cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori,
decine sono state le manifestazioni spontanee per respingerle. Le
iniziali proteste dei lavoratori sono però state sovrastate da uno
schieramento di forze politiche dal PD al PdL, di forze sindacali dalla
Cisl alla Uil alla Cgil (salvo la voce critica della FIOM), e di forze
mediatiche affinché la riforma Monti-Fornero potesse avere un iter
facile in Parlamento. Al Senato il progetto
Monti-Fornero è stato fatto proprio dalla maggioranza PD-PdL-UDC che ha
approvato addirittura emendamenti peggiorativi rispetto al testo del
Governo: si raddoppia il periodo di durata massima dei contratti precari
acausali (da 6 a 12 mesi), si consente un ampio utilizzo di voucher in
agricoltura, si sterilizza la normativa antifraudolenta sulle partite
IVA, e si cancella l’ultima possibilità residua di reintegra per i licenziamenti disciplinari con l’eliminazione di qualsiasi riferimento alla legge nel vaglio che il Giudice sarà chiamato a fare per decidere se ordinare il ripristino del rapporto.
Il
prossimo 22 giugno un insieme di forze del sindacalismo di base,
indipendente e conflittuale, ha proclamato, con l’auspicio che venga
fatto proprio da altre organizzazioni sindacali e movimenti sociali, uno
sciopero generale per protestare contro la cancellazione
dell’articolo 18, per proporre la sua estensione, l’uscita dalla
precarietà, l’universalizzazione degli ammortizzatori sociali, la
democrazia sindacale.
Cogliamo
questa occasione per prendere parola, chiedendo che alla Camera sia
fermato il disegno di legge Monti-Fornero, per affermare la dignità e i
diritti democratici del lavoro, fondamento della Costituzione della
Repubblica.
http://www.forumdirittilavoro.it
Appello promosso dal Forum Diritti/Lavoro
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