mercoledì 27 giugno 2012

Apprescindere


Apprescindere

Fuori di testa o fuori dal vaso?
Luigino ha già esondato: “sostegno a Monti a prescindere dai risultati!

Elsa


Elsa

Elsa: “Il Lavoro non è un diritto!
Elsa non dircelo...Molto meglio farsi mantenere tutta la famiglia dallo Stato?

Ferie d' agosto


FERIE
Dopo aver appoggiato Monti e aver rubato anche l'ostia di Gesù Bambino in chiesa una bella mattina hanno mandato avanti il cretino di turno: “troppe ferie e troppo stipendio!”
Ma il compagno Cicchito non ci sta! “Ferie d'agosto per i deputati o è crisi di governo!”
In trepida attesa si attendono le dichiarazioni del compagno Bersani.

venerdì 22 giugno 2012

Lotta Continua


PERCHÈ ANCORA NON È FINITA
Il movimento di Lotta continua quello per intenderci sciolto nel 1976 al congresso di Rimini è racchiuso anch'egli dentro la sconfitta delle lotte che a partire dal 1969 si sono sviluppate in Italia a sinistra.
Si tratta del primo movimento della sinistra cosidetta extraparlamentare che decise di chiudere i battenti mentre le restanti organizzazioni furono spazzate via per consunzione tra il 1980 e il 1985.
Formalmente fu l'irrompere della questione femminile ma nessuno ha mai capito il vero motivo dello scioglimento di lotta continua. L'unico che abbia dato una spiegazione credibile di quello scioglimento è stato Enrico De Luca, già responsabile del servizio d'ordine, sostenendo che lo sciglimento di lotta continua fu di fatto una diserzione di massa del gruppo dirigente.
La sconfitta delle formazioni di quegli anni, nessuna esclusa, fu semplicemente la corruzione prima nello spirito poi nell'animo e dalla metà degli anni '80 nel portafoglio della società italiana.
Oggi lo schifo che si tocca con mano tutti i giorni nella rappresentanza politica sta portando, dopo l'abbandono della lotta, anche miseria. La lotta continua perchè ancora non è finita e quando ci si distrae i ladri, come in questi ultimi 30 anni è stato inquivocabilmente dimostrato, sono sempre in agguato.
La sinistra si è affidata ad un manipolo di biscazzieri e ad una pletora di venduti. Più che continua. La lotta riprende!

giovedì 21 giugno 2012

Trattativa Stato mafia


Trattativa Stato mafia

Giorgio finalmente parole chiare!
Giorgino...Giorgino...sono i fatti che purtroppo sono oscuri!

mercoledì 20 giugno 2012

Manifestazione 22 Giugno

Di Giorgio Cremaschi 
Ci sono delle giornate peggiori delle altre e ieri era una di quelle.
Innanzitutto la vomitevole felicità del regime per la vittoria dell'euro in Grecia. Sì perché secondo i principali commentatori è proprio la moneta che ha vinto le elezioni. Monti e il suo governo dell' austerità hanno dimenticato che il primo partito greco è quello accusato di aver falsificato i bilanci di quel paese portandolo alla catastrofe.
Centrodestra e centrosinistra sono a loro volta apparsi felici perché i partiti che formeranno il governo greco sono i loro gemelli e se l'euro ha salvato quelli, perché non sperare che lo faccia anche con questi?
Solo i mercati, gli unici marxisti rigorosi rimasti, han creduto poco alla vittoria della moneta e han continuato a speculare partendo dai dati reali della crisi economica, che continua come prima.
Anche la Cgil ha colto al balzo la palla delle elezioni greche, sarà un puro caso naturalmente, per revocare quello sciopero in difesa dell'articolo 18, che peraltro aveva congelato da mesi.
Questa decisione è stata presa proprio mentre il governo si appresta a ricorrere alla fiducia per portare al vertice europeo di fine mese lo scalpo degli ultimi diritti costituzionali del lavoro. Quando il governo si irrigidisce, il sindacato confederale si ammorbidisce. Questa è la formula che ha permesso di far passare la più feroce controriforma delle pensioni d'Europa, il cui l'effetto esodati, che si tenta goffamente di limitare, è solo uno dei primi danni collaterali. Ora va all'approvazione la controriforma del lavoro, mentre viene già annunciata la pubblica svendita di tutti i beni comuni e un esponente del governo in cerca di notorietà vuol abolire le ferie. Ma i greci hanno votato per l'euro di che preoccuparci allora?
Non sempre la cura contro i conati di vomito è stare fermi e aspettare che passino . A volte un po' di sano movimento può far stare meglio. Per questo suggerisco a tutte e tutti coloro che come me rischiano di non sopportare la nausea per un regime ove i governanti ricattano i cittadini con la moneta e se ne vantano pure, suggerisco di reagire scendendo in piazza. Non è sicuramente sufficiente, ma può farci stare meglio.
Appuntamento il 22 allora, in difesa dell'articolo 18, contro il governo Monti e tutti coloro che imbrogliano ricattando con l' euro.

martedì 19 giugno 2012

Riforme

In queste ore il governo si sta apprestando a definire la ulteriore azione contro il lavoro pubblico e il conseguente totale smantellamento dei servizi pubblici. Su tutti i quotidiani da giorni si insiste sui provvedimenti da adottare per ridurre il numero dei dipendenti pubblici e il costo del lavoro pubblico.

Il Premier monti vuole arrivare al vertice europeo del 28 e 29 giugno con due “scalpi alla cintola”: l’approvazione della Controriforma del lavoro e lo smembramento del Pubblico Impiego, così come previsto dalle imposizioni europee, della BCE, della finanza e delle banche.

Questi i provvedimenti che dovrebbero essere contenuti in un Decreto (con attuazione immediata) da emanare già all’inizio della settimana prossima:
>    Riduzione del numero dei dipendenti variabile tra il 5 e il 7% (230.000 – 300.000 persone, oltre 100.000 solo nella Scuola;
>    La rottamazione dei sessantenni accompagnata solo dall’80 % della retribuzione tabellare (lo stipendio base) e per soli 2 anni, poi nessuna retribuzione sino al raggiungimento dell’età pensionabile che la Fornero ha fissato ormai in 67 anni d’età (altri 300.000 esodati senza retribuzione né pensione);
>    Blocco delle tredicesime per 3 anni, prorogabile;
>    Riduzione generale degli stipendi dal 2,5 al 5%;
>    Riduzione del valore dei buoni pasto

Non serve aggiungere altro. Ora è il momento di mobilitarsi!
Manifestazioni
Roma, Piazza della Repubblica, ore 9:30
Milano, Largo Cairoli, ore 9:30

domenica 17 giugno 2012

Giorgino



Non ne ha azzeccata una fin dai tempi dei gufari, così come definiva Emilio Taverna quei ragazzotti del GUF giovani universitari Fascisti sempre in prima fila alle rappresentazioni teatrali al “Teatro degli illusi” e firme in bellavista sul settimanale fascista “IX maggio”.
Passano a fatica 10 anni dalla fine della guerra e lo ritroviamo nella strenua difesa dell'intervento sovietico in Ungheria definendolo: “un contribuo alla pace nel mondo”
Negli anni '70 è già all'avanguardia nella rincorsa al PSI per virare, poi durante i governi della solidarietà nazianale come portavoce all'inseguimento dell'Andreotti di turno.
Negli anni '80 se la prende con il povero Berliguer reo di aver posto male la questione morale e sull'Unità comunica che il PCI rischia di isolarsi dal parlamento percorrendo i «familiari sentieri» della lotta sociale.
Nel 1992 in piena tangentopoli eletto Presidente della camera se ne esce con la genialata dell'unificazione del PCI e del PSI di Bettino Craxi proprio quando Ghino di Tacco si appresta a lasciare il paese.
Ma quando la guardia di finanza si presenta a Montecitorio chiedendo di visionare i bilanci dei partiti il Presidente da mandato di anteporre l'immunità con buona pace di tutti i partiti coinvolti che applaudono al grande senso dello Stato del nuovo Presidente.
Saranno stati i binari della metropolitana milanese ma nel 1996 il treno che lo porta quale ministro dell'Interno nel governo Prodi diventano nel 1999 aerei da bombardamento per la Serbia quando sostiene la necessità di bombardare gli ex compagni.
Giorgino, a vedere la storia, in 60 e passa anni di vita politica non ne ha azzeccata mezza e a quanto pare anche questa volta, con la nomina di Monti a Presidente del Consiglio, le cose non procedono per il meglio.

sabato 16 giugno 2012

Sciopero 22 Giugno 2012

Il 22 in lotta per l'articolo 18
di Giorgio Cremaschi
Sappiamo tutti che sarebbe necessario ben altro per contrastare la terribile controriforma del lavoro che sta passando nel silenzio della opinione pubblica e nella censura della grande informazione. E sappiamo anche che questo ben altro non c'è anche perché le grandi confederazioni sindacali non lottano davvero contro questo governo, sostenuto in maniera determinante dal Pd. Il quale a sua volta ancora non paga tutti i prezzi di consenso che dovrebbe pagare, come invece è accaduto al suo gemello greco Pasok.
Ma non per questo dobbiamo considerare con sufficienza tutti gli sforzi e le iniziative di chi non vuole arrendersi. Le iniziative promosse dal Nodebito la scorsa settimana e i due giorni di mobilitazione di Roma sotto la sigla Occupy Fornero sono comunque stati importanti anche se non hanno raggiunto la partecipazione degli appuntamenti del passato. I due giorni al Pantheon a Roma hanno visto giovani precari contestare duramente quella controriforma che secondo il governo ed i suoi sostenitori sarebbe invece a loro favore. e  hanno prodotto un primo disgelo tra forze e militanti che dopo il 15 ottobre dell' anno scorso avevano chiuso tra loro. (...)
Ora c'è un appuntamento che può dare ancora di più. Il 22 giugno praticamente tutto il sindacalismo di base ha indetto uno sciopero di 8 ore in tutti i settori, con manifestazioni a Milano e a Roma, in difesa dell'articolo 18.  Per lo stesso giorno la Rsu della Same ha lanciato un appello per scioperare e manifestare a Bergamo sotto la sede ove la Federmeccanica svolgerà la sua assemblea annuale.
Sono scelte giuste, che danno voce ad un dissenso ben più vasto di quel che appare,come è scritto in un vasto appello di giuristi democratici, sindacalisti ed esponenti dei movimenti dirigenti dei partiti della sinistra.
Quando un sciopero è giusto, se si può lo si fa. E non c'è dubbio che scioperare in difesa dell'articolo 18 sia oggi una delle motivazioni più valide per lottare. Perché la controriforma del lavoro non è neppure legata ai conti pubblici come la mostruosa controriforma delle pensioni. Essa è un puro prodotto della ideologia di Marchionne e della ricerca spasmodica del supersfruttamento del lavoro. Essa è frutto del tentativo della casta politica e tecnocratica di salvare se stessa offrendo ai banchieri europei e alla finanza internazionale lo scalpo di uno degli ultimi diritti del mondo del lavoro. E fa parte di una sempre più aggressiva azione di rovesciamento della Costituzione Repubblicana sia sul piano materiale come su quello formale.
Di fronte ad attacchi analoghi nel passato, la Cgil riformista di allora scese in piazza e vinse. Oggi la Cgil non lo fa per subalternità al quadro politico. Nessuno faccia il furbo, poniamo una ingenua domanda al gruppo dirigente della confederazione: se una simile legge l'avesse proposta Berlusconi qualche mese fa, cosa avreste detto e fatto?
I militanti della Cgil che scenderanno in piazza il 22  non solo faranno una cosa giusta, nello spirito profondo dei valori del sindacato di Di Vittorio. Ma, sia ben chiaro, non violeranno lo Statuto dell'organizzazione. Dove sta scritto infatti che in Cgil non si può più scioperare per l'articolo 18?
Chi può,dunque, partecipi a quella giornata di lotta. Non sarà quello che sarebbe necessario, ma servirà ad una affermazione molto importante, utilissima per i prossimi duri attacchi che ci attendono. La giornata del 22 servirà a smentire Monti, che finora all'estero si è vantato  che qui da noi le controriforme sociali hanno il consenso e passano senza contestazioni.

giovedì 14 giugno 2012

Articolo 18

No alla cancellazione dell’articolo 18
Fermiamo il disegno di legge Monti-Fornero
Prendiamo parola in occasione dello sciopero generale del 22 giugno
In nome delle politiche di austerità e di liberalizzazione del mercato del lavoro volute dall’UE, il governo di ‘impegno nazionale’ cancellando l’articolo 18 realizza ciò che fu impedito al governo Berlusconi.
Il disegno di legge Monti-Fornero nega il diritto alla reintegra in caso di licenziamento illegittimo, e completa la restaurazione di un regime autoritario nelle fabbriche e negli uffici.  La Costituzione, 42 anni fa, con lo Statuto dei diritti entrava nei luoghi di lavoro, oggi ne verrebbe ricacciata. Il disegno di legge Monti-Fornero, mentre cancella l’articolo 18, non contrasta anzi facilita il dilagare della precarietà, non potenzia gli ammortizzatori sociali per renderli universali anzi li riduce nei processi di riconversione industriale. Il Governo mira a porre i precari contro lavoratori a tempo indeterminato, giovani contro adulti, uomini contro donne, lavoratori italiani contro migranti.
Quando nel 2002 il governo Berlusconi tentò di modificare l’articolo 18, la CGIL organizzò una grande manifestazione che indusse il governo a ritirare il disegno di legge.
Quando il governo Monti annunciò la ‘riforma del mercato del lavoro’ e la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori, decine sono state le manifestazioni spontanee per respingerle. Le iniziali proteste dei lavoratori sono però state sovrastate da uno schieramento di forze politiche dal PD al PdL, di forze sindacali dalla Cisl alla Uil alla Cgil (salvo la voce critica della FIOM), e di forze mediatiche affinché la riforma Monti-Fornero potesse avere un iter facile in Parlamento. Al Senato il progetto Monti-Fornero è stato fatto proprio dalla maggioranza PD-PdL-UDC che ha approvato addirittura emendamenti peggiorativi rispetto al testo del Governo: si raddoppia il periodo di durata massima dei contratti precari acausali (da 6 a 12 mesi), si consente un ampio utilizzo di voucher in agricoltura, si sterilizza la normativa antifraudolenta sulle partite IVA, e si cancella  l’ultima possibilità residua di reintegra per i licenziamenti disciplinari con l’eliminazione di qualsiasi riferimento alla legge nel vaglio che il Giudice sarà chiamato a fare per decidere se ordinare il ripristino del rapporto.
Il prossimo 22 giugno un insieme di forze del sindacalismo di base, indipendente e conflittuale, ha proclamato, con l’auspicio che venga fatto proprio da altre organizzazioni sindacali e movimenti sociali, uno sciopero generale per protestare contro la cancellazione dell’articolo 18, per proporre la sua estensione, l’uscita dalla precarietà, l’universalizzazione degli ammortizzatori sociali, la democrazia sindacale.
Cogliamo questa occasione per prendere parola, chiedendo che alla Camera sia fermato il disegno di legge Monti-Fornero, per affermare la dignità e i diritti democratici del lavoro, fondamento della Costituzione della Repubblica.
 http://www.forumdirittilavoro.it
Appello promosso dal Forum Diritti/Lavoro

lunedì 11 giugno 2012

Cherchez l' argent



L'attuale crisi economica è arrivata dopo decenni di trasformazioni sociali e politiche ma cosa spesso trascurata è avvenuta soprattutto a seguito di profonde trasformazioni democratiche.
Lo slogan meno Stato più mercato in realtà ha permesso lo svuotamento delle casse pubbliche dimostrando come senza controllo interno da parte dei lavoratori le scorrerie con i soldi pubblici finiscano per danneggiare l'intera società italiana.
L'esempio di CGIL CISL e UIL che hanno di fatto concesso ai padroni il licenziamento dei dipendenti attraverso le modifiche all'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori è il risultato finale della commistione tra potere politico e interesse economico.
Partiti, governo, sindacati e confindustria di fatto, in questo preciso momento storico, sono tutti uniti contro i lavoratori in una potenza di fuoco, senza precedenti, potenza che se trova precisa e comprensibile giustificazione nel potere politico e nel potere economico diventa più irragionevole quando a a questa potenza offre copertura il sindacato italiano.
Le ragioni di un sindacato che tanto sta lottando per consegnare gli ultimi residui di dignità a Confindustria e ai partiti che sostengono l'attuale Governo sono solo apparentemente incomprensibili.
E' in atto un baratto che parte dalla riforma delle pensioni e che vede uno scambio monetario tra diritti e potentati.
I poteri economici stanno offrendo a CGIL CISL e UIL la possibilità di passare alle ben più grasse remunerazioni ricavate dalla gestione dei fondi pensione negoziali in cambio di un arretramento continuo sul piano dei diritti.
Solo togliendo a CGIL CISL e UIL l' argento di quei fondi pensioni sarà possibile invertire la rotta e costringere così anche il sindacato confederale a tenere fuori dalla porta gli interessi dei banchieri.


domenica 10 giugno 2012

Articolo 18

18 Buoni motivi per scioperare
1
Inflazione in salita, crollo del potere d'acquisto, aumento della povertà, 9 milioni di italiani non riescono a curarsi.

2
Salari, pensioni e contratti bloccati.
3
Produzioni spostate all'estero, stabilimenti chiusi e disoccupazione in aumento.

4
Pensione a 70 anni. Esodati e cassaintegrati senza pensione.
5
Nessuna patrimoniale per ricchi, la crisi viene scaricata sui poveri.

6
Aumento delle tasse e introduzione dell'IMU.
7
L'IVA aumenta con ripercussioni pesantissime sui prezzi e sui bassi redditi.

8
Il 36% dei giovani è senza lavoro e la disoccupazione è al 10%.
9
Tagli alla spesa sociale (trasporti, sanità, scuola ecc) e privatizzazione dei servizi pubblici.

10
Drastica riduzione degli ammortizzatori sociali.
11
Aumento della precarietà.


12
Continuano gli “omicidi” sul lavoro.
13
Incremento delle spese militari per nuovi armamenti e missioni militari all'estero.

14
Aumento della repressione del conflitto sociale.
15
Subordinazione completa di Cgil, Cisl, Uil e Ugl che accettano senza alcuna reale protesta qualsiasi provvedimento del Governo Monti-Fornero.

16
Stravolgimento delle regole democratiche. Decide un solo grande partito in parlamento, quello di Monti e della BCE.
17
Attacco ai diritti dei lavoratori e ulteriore riduzione delle libertà sindacale.

18
Cancellazione dell'art. 18 per i lavoratori del privato e presto per i dipendenti pubblici. Padroni ancor più liberi di licenziare. Aumenta il ricatto e si riduce qualsiasi altro diritto conquistato in decenni e decenni di lotte.

domenica 3 giugno 2012

Mister tripla botta di...


Mister tripla botta di...
Quelle labbra turgide e un po' tumefatte della condutrice già parlamentare europeo per la lista “Uniti nell' Ulivo” e quel vicedirettore della "Stampa", pagato dagli Agnelli, non hanno certo fatto una bella figura nell'intervistare, l'altra sera alla 7, Il Sindaco della riviera, turisticamente parlando, più famosa d'Italia.
A scanso di equivoci dobbiamo dire che il Sindaco è stato l'unico a uscirne con dignità mentre i tre figuranti parevano un tantino stesi.
Se un ragazzotto di mezz'età dalla faccia borghese un po' rosè può certamente attirare signore e signorine rifatte, non comprendiamo cosa abbia attirato il Gramellini di turno che si è sperticato a sottolineare come se il “PD” avesse segretari di si tanta fattura forse la sinistra avrebbe già vinto.
Anche Andrea Scanzi, giornalista del Fatto Quotidiano, presente in collegamento, ha fatto una figurella non molto edificante, ha citato Beppe Fenoglio che invitava a non dimenticare, subito dopo la guerra, coloro che erano stati fascisti e poi si erano mischiati agli antifascisti ma ha dimenticato di raccontare come il Sindaco che aveva di fronte, a 43 anni suonati, è già stato assessore provinciale, segretario del partito e consigliere regionale "DS", per due mandati, iniziando l'ascesa quando presidente della giunta Regionale Emilia Romagna era proprio quel Bersani tanto criticato. Friburgo è vicina e dal 1995 non si è mai mossa ma a quanto pare il Sindaco si!