mercoledì 26 dicembre 2012

Bromuro riminese


Bromuro riminese
12 anni di cura del medico oncologo a Rimini hanno lasciato una palude.
il ravaiol pensiero come i pupazzi dei fotografi in spiaggia di qualche anno fa: ha fatto semplicemente da sfondo.
Una spruzzata di associativismo clerico – buonista prima in nome del Papa buono e poi il passaggio testimoniale direttamente alla Caritas. Il medico ha offerto copertura sociale per quel mondo cattolico che in altri luoghi e in altri tempi, fu costretto ad affiancarsi al PCI per sopravvivere e copertura economica per quel mondo cattolico, che proprio a metà anni '80 contrastò la deriva troppo a sinistra di quel cattolicesimo.
In questa finta contrapposizione d'altri tempi gli affari, quelli veri, dal 2000 al 2012 sono rimasti saldamente sempre in mano alla sapiente regia della Regione Emilia Romagna.
La giunta Ravaioli ha mantenuto quel tessuto sociale funzionale all'assenza di contraccolpi per permettere lo sviluppo urbanistico agli estremi della città. A nord a monte della via Sacramora e a sud in località Rivazzura-Miramare tra la ferrovia e la statale. Le protuberanze Ikea-Mercatone e Befane-Centro commerciale completano un quadro, che oggi in crisi, galleggia sull'inservibile viabilità e sul Sindaco Andrea Gnassi.
Un eredità non politica ma funzionale ad interessi che ormai da tempo non stanno più sul territorio riminese.
Se togliamo in giunta la componente cattolica, invariata nella sua funzione, e misuriamo lo spessore dei vari Sadegholvaad, Imola, Rossi, Brasini, Pulini, e Visintin, comprendiamo come la rappresentatività del tessuto produttivo riminese sia assente. E' talmente vero che Biagini, rimasto a fare il palo per le precedenti scelte urbanistiche, si rende conto dell'aria cambiata e sogna il grande balzo candidandosi alle onorevoli primarie PD.
Si respira in questo fine anno di legislatura un galleggiamento generale. Galleggiamento che puntato su palazzo Garampi non oscura certo, agli occhi dei cittadini, i galleggiamenti altrui.
Il PDL, ormai inutile nella sua funzione, gira a vuoto tra i banchi sperando di non farsi troppo male alle prossime elezioni politiche mentre i tre consiglieri grillini più che intenti a braccare il palazzo paiono cacciatori appostati nel capanno che sparano in aria confondendo allodole e ordini del giorno.

domenica 16 dicembre 2012

Risi, bisi favia e salsi



Bene ha fatto il Beppe nazionale ad affossare I due consiglieri regionali.
Si possono discutere i modi ma la sostanza c'è tutta. Le critiche dirette hanno evidenziato un' ingenuità dell'apparire ma sarebbero ben poca cosa se la gravità dello scandalo delle interviste a pagamento non fosse stato definito, dai consiglieri, come incidente di percorso.
Pagare per farsi riprendere dal sistema delle TV locali non solo è: “pagare per andare al proprio funerale” ma evidenzia un utilizzo dei denari pubblici finalizzato a raccogliere consensi non già come pateticamente è stato giustificato tra gli anziani che non usano internet” ma tra i comandanti del regime che tirano le file nella Regione Emilia Romagna.
La resa al potere in Regione Emilia Romagna stava avvenendo, senza colpo ferire, anche all'insaputa di Beppe Grillo il quale appena si è accorto del giochino ha dovuto correre ai ripari per far sgusciare i piselli dal loro bacello. Un trappolone evitato appena in tempo ma che lascia inalterate, al momento, tutte le altre trappole disseminate sul terreno emiliano romagnolo.

ARRENDETEVI SIETE CIRCONDATI!


Una volta le retate si facevano nelle bische clandestine, nei bordelli, tra gli spacciatori; qualche volta tra i pescatori di frodo e proprio proprio quando non se ne poteva fare a meno anche tra la malavita organizzata.

Per noi abitanti della provincia le uniche retate che sfioravano il palazzo erano quelle in cui qualche volta al bar della pigna piombavano due poliziotti in borghese che tentavano di bloccare la fuga dalla vecchia pescheria di quei ragazzotti che circondati in una manovra a tenaglia ritrovavano dai gradini di piazza Cavour, l'unica via di fuga verso il centro della piazza.
Si trattava di piccoli spacciatori che facevano la spola tra Piazza Cavour e Piazza Ferrari e sapevano bene che tutto quell'agitarsi di poliziotti attorno al palazzo non avrebbe neanche sfiorato gli scalini del portone comunale.
Dal nostro osservatorio provinciale non osiamo neanche pensare cosa possa rappresentare una retata a palazzo ma l' 11 dicembre 2012 al Ministero dell' Agricoltura in quel di Roma 11 tra dirigenti e funzionari dello Stato sono stati arrestati nell'unica retata ministeriale che si ricordi a memoria Repubblicana. Le persone coinvolte in tutto sono circa 37 tra cui 13 alti funzionari dello Stato. I capi di imputazione sono: corruzione, truffa aggravata e turbativa d'asta più una serie infinita di reati che hanno portato al sequestro di ville, conti correnti e auto di lusso.
Dal nostro osservatorio un po' provinciale immaginiamo la scena: grand commis di Stato in giacca e cravatta che cercano di scavalcare cassette di citrioli, carote e cipolle. Finanzieri un po' imbarazzati che alla parola d'ordine: “non si agiti dottore!” si sentono rispondere urlando: “si tratta di un errore giudiziario!”
Chissà se il ministro Francesco Profumo pensava al Ministero dell' agricoltura quando affermava: "Credo veramente che il Paese vada un po' allenato, dobbiamo usare un po' di bastone e un po' di carota, qualche volta dobbiamo utilizzare un po' di più il bastone e un po' meno la carota, altre volte viceversa ma non troppa carota".

sabato 15 dicembre 2012

Felici e contenti



Strana democrazia quella che non permette, ai cittadini, di scegliere i propri rappresentanti alle elezioni ma concede la scelta di chi dovrà governarli attraverso parlamentarie, primarie e surrogati vari.
Molto meglio far votare il popolo per finta che rischiare di ritrovarsi per davvero fuori dal parlamento.
Il potere ha deciso: non vi possiamo far votare perché questo metterebbe in serio pericolo la nostra stabilità economica ma poiché vi abbiamo scassato fin dal dopoguerra con la poca democrazia dei paesi comunisti vi concediamo di trastullarvi con esercizi di finta democrazia.
Volete il giocattolo della libertà? Dovete fare uno sforzo di democrazia. Due possibilità: o virtualmente che tanto la realtà è molto più brutta di quella che vi raccontiamo la sera in TV oppure come in un Truman show venite e lasciateci un soldino che si sa la democrazia costa e non sempre possiamo permettercela.
Un paese in cui si vota per finta, possiamo raccontarla come vogliamo, ma è una dittatura.

Bye bye children


Sarebbe opportuno diffidare di coloro che, nascondendosi dietro ad una presunta verginità sociale, sostengono di non aver mai fatto politica. Certo a fronte di giovani adolescenti forse sarebbe anche possibile credere alla buona fede di quei ragazzotti che sul web e qualche volta in TV, tentano di farci credere di essere migliori di altri. Ma a tutti, nonostante l'apparenza, pare evidente il superamento, già da un pezzo, da parte di questi ragazzotti, di quell'età tormentata e spensierata che viene definita come adolescenza. Che cosa spinga un cittadino o una cittadina di 30 anni, poco meno poco più, ad esempio a partecipare alle elezioni politiche affrettandosi a dichiarare di non aver mai fatto politica come un berluschino qualsiasi, denota più che una purezza di intenti una paraculaggine senile nonostante l'età apparente. Una superficiale inutile pericolosità che non può non farci sottolineare come aver vissuto, senza interessi nei riguardi del bene pubblico per molti anni, è indole di un infantilismo di chi è rimasto nella bambagia per molti anni, oltre il dovuto, e oggi che la crisi economica ha trasformato quella cotonata in paglia pungente, si ribella come un bambino a cui hanno sottratto l'orsacchiotto di peluche. Se nel soffocamento lento degli ultimi 20 anni del bene pubblico, non l' aver mai fatto politica più che un merito venisse considerata un' aggravante, guarderemmo con altri occhi coloro che tentano di salvare la repubblica. Le contrapposizioni: giovani-vecchi vergini-puttanieri buoni e cattivi è un classico della politica e non ha nulla di nuovo. Siamo sicuramente in una fase dove diventa sempre più difficile fidarsi. Banche, assicurazioni, fondazioni, molte associazioni di volontariato, pseudo-imprenditori, sindacati, partiti, dirigenti pubblici, per non parlare di giornalisti, conduttori TV e capi di governo danno sempre più la sensazione di lavorare per altro anziché per le ragioni per le quali vengono pagati o guadagnano. Queste classi sociali che oggi rappresentano il vero motore fisico della società moderna italiana, hanno tutti in comune almeno un paio di caratteristiche: vivono sfruttando il lavoro altrui senza produrre e invocano continuamente soldi pubblici. Spendiamo un sacco di risorse per mantenerli ma continuano a depredarci e a sputare nel piatto dove mangiano. Aver fatto finta di nulla per anni senza notare, non il nuovo, ma quantomeno lo sfascio che avanzava non è meno colpevole di chi ha strombazzato quel nuovo.

martedì 11 dicembre 2012

Un Borghese piccolo piccolo


Com'erano belli quegli anni quando da consigliere economico nei governi Craxi sognava di vincere il nobel; quando il debito pubblico schizzava dal 73 % del Pil nel 1984 al 96% del 1988; quando anni dopo era possibile teorizzare: prima la pensione per se e poi la riforma per tutti; quando qualche anno più in la ovunque ti girassi comparivano fannulloni e panzoni. Com'erano belli quegli anni quando si poteva votare la fiducia al governo Monti e 12 mesi dopo, ad un mese dalle elezioni, piangere per non riuscire a pagare l' IMU e maledire la tecnocrazia. Storie meschine di una borghesia piccola piccola che da sempre socializza la croce delle proprie aspirazioni senza tralasciare la pensione, sul resto di coloro che per anni non si sono visti aumentare lo stipendio o ancora peggio su coloro che sono rimasti senza lavoro, senza pensione, senza indennizzo e senza vitalizio.

sabato 8 dicembre 2012

Fermi tutti! Questa è una rapina!


L'inaffidabilità dell'attuale Stato italiano deriva in buona parte dal peccato originale della nostra Repubblica.  "Italiani brava gente" è stato il leitmotiv che ha accompagnato i nostri emigranti soprattutto in Germania anche quando gli invasori tedeschi aggiungevano ironicamente l'espressione: ”un po' ladri”. Ma dev'essere stata molto dura, negli anni '60 e '70, partire per lasciare il proprio paese e fare gli schiavi proprio per quei tedeschi che solo pochi anni prima avevano “ospitato” a migliaia gli italiani sui propri carri bestiame. A piazzale Loreto erano in tanti, ma coloro che combatterono veramente il fascismo, in quella piazza già al tempo si ritrovarono in minoranza.
La favola, che un sussulto di dignità avesse concluso gli ultimi mesi della guerra attraverso la resistenza, evaporò presto allorquando da camicie nere tutti indossarono la divisa partigiana. Pane, libertà e lavoro furono gli ideali che paradossalmente tennero uniti molti di quegli emigranti e i partigiani rimasti sulle montagne; ma nell'Italia repubblicana di allora non c'era spazio né per gli uni né per gli altri.
Una Repubblica costituzionalmente fondata sul lavoro ma nata dalle ceneri del fascismo è all'epilogo. Monti rappresenta il Badoglio della Repubblica Italiana e la nomina di re Giorgio è il tentativo disperato di quella monarchia economica europea di sopravvivere a sé stessa.
Al momento, banche assicurazioni e oligarchia parlamentare sono riuscite a respirare tenendo insieme Berlusconi e Bersani. La rapina dei diritti prima e dei risparmi poi offre, al popolo italiano, un'incredibile occasione per un sussulto di dignità. Gli italiani all'unificazione tedesca avvenuta a debito e gravata sulle spalle di Grecia, Spagna e Italia al grido del governo Monti: “Fermi tutti! Questa è una rapina!” Non potranno che rispondere con un sano “VAFFANCULO” di dignità. I bancari dell' Italia dei Valori, di Sinistra Ecologia Libertà e di Rifondazione comunista non potranno essere la foglia di fico per i banchieri del Partito Democratico e di Forza Italia.
Il tempo si avvicina...la prossima occasione chissà.

venerdì 7 dicembre 2012

 
TORA TORA
Era la notte dell'Immacolata tra il 7 e 8 Dicembre del 1970 quando l'allora “principe” Junio Valerio Borghese, già comandate della Decima Mas e confidente dei servizi americani durante la repubblica sociale di Salò, diede il via a quello che fu allora definito come il “golpe dei forestali”.
Un manipolo di fascisti, con la supervisione di un gruppo di ordinovisti e avanguardisti si introdusse nell'armeria del Viminale sottraendo 200 tra pistole e mitragliette mentre a nord il tenente colonnello Amos Spiazzi, diretto verso Sesto San Giovanni tentava la spalla al maggiore Luciano Berti piombato da Cittàducale nella Capitale con 187 forestali per occupare gli studi Rai di Via Teulada.
Inaspettatamente il “principe” nero nel cuore della notte diede il contrordine: “camerati tutti a casa!”
I giudici di allora, in via definitiva, il 29 novembre 1984 al processo, di fatto optarono per l'assoluzione di tutti i golpisti definendo il golpe come un “conciliabolo tra quattro o cinque sessantenni”.
Bisognerà attendere le inchieste sulla strage di piazza Fontana del giudice istruttore Guido Salvini, per ascoltare le registrazioni integrali, che non più depurate dagli ordini politici dell'allora ministro della difesa Giulio Andreotti, svelarono la vera pericolosità dei cospiratori.
Il golpe, foraggiato dal costruttore Remo Orlandini, dalla famiglia Piaggio e dall'allora re del caffè Tubino oltre al rapimento del capo dello Stato Giuseppe Saragat per mano della mafia in appoggio agli uomini della P2 di Licio Gelli, prevedeva l'uccisione del capo della polizia e la deportazione di tutti gli oppositori politici.
Provate voi, poco prima di andare in pensione, a portar via 200 Mab dal Ministero dell'interno e passare per burloni.


giovedì 6 dicembre 2012

Dal Guatemala la profezia dei Maya


Ci siamo accorti subito che la Corte Costituzionale qualche difetto d'origine se lo sarebbe ritrovato negli anni futuri allorquando ne venne nominato primo presidente il prof Gaetano Azzariti già Presidente del tribunale della razza presso il dipartimento di demografia e razza del ministero dell'Interno .

lunedì 3 dicembre 2012

Spiagge


Spiaggie

La notizia è quasi fresca: l'Ansa informa: “incompatibile il rinnovo delle concessioni per i prossimi 30 anni inserito nel decreto sviluppo. Sarà inoltre impossibile ottenere rinnovi automatici o dare vantaggi al gestore uscente”.

Il piano strategico del “nostro” assessore regionale, a quanto pare non funziona.
Avrà fatto confusione?

domenica 2 dicembre 2012

Abbarbicati all'Edera


Abbarbicati all'Edera

Ce li ricordavamo sempre attaccati a qualsiasi stormir di foglia purché profumasse di edera. A livello locale votavano PCI ma alle politiche nazionali, sostenevano La Malfa, Spadolini e Pattuelli.

Al governo con la DC predicavano la concorrenza, la liberarizzazione e l'Europa unita ma se tentavi di sciacquarti i piedi, alla fontanella, apriti cielo! Non parliamo poi della sera sul lettino di legno con la biondina svedese.
Erano i padroni della spiaggia, quelli che di anno in anno lottavano per farsi dare le concessioni confinando gli spazi di spiaggia libera verso gli scarichi delle fogne.
Dopo 60 anni l'unico pezzo di spiaggia libera a Rimini, gli altri non fanno massa, è rimasto confinato a ridosso degli scarichi del porto con il fondale limaccioso creato da acqua di scarico per bagnanti senza soldi.
Erano gli unici esentati da qualsiasi fattura o scontrino fiscale. Dichiaravano redditi da cameriere e compravano, ogni anno a fine stagione, l'appartamento in centro. Le tasse, semplicemente, le scucivamo gli altri con la complicità dei sindacati maggiormente rappresentativi.
I confederali, tutti nessuno escluso, a primavera sotto una bella pennellata alla gabina coprivano le tasse dei bagnini scaricandole sul lavoro dipendente delle grandi industrie del nord.
La tanto invocata Europa unita repubblicana e con essa anche la Bolkestein, è arrivata ma a quanto pare anziché prevedere la concorrenza al pagamento delle tasse per lo sfruttamento di un bene pubblico quella direttiva accarezza l'ipotesi del ricambio degli operatori di spiaggia.
Al posto del nostro sibilo romagnolo il turista potrebbe essere accolto dal grande cartello: “Welcome to Johnson' S private beach”.
Forse non importa sapere chi sia a non dover pagare le tasse per i prossimi 30 o 75 anni; basterebbe stabilire che a chi non paga non potrà essere rinnovata la concessione.