di Giorgio Cremaschi
L'adesione
al No Monti Day si sta diffondendo ovunque. Assemblee, riunioni,
messaggi per la rete, tutto fa pensare che sabato ci sarà un evento
in un paese che finora è stato il più passivo d'Europa. Ma la
notizia della manifestazione non esiste per l'informazione ufficiale.
Un convegno di 30 persone di qualche organizzazione con agganci nel
palazzo ha molto più spazio, per noi nulla perché?
La prima
ragione sta nel sostegno pressoché unanime che i mass media danno al
governo. (...) Tutti i quotidiani eccetto tre e tutti i
telegiornali eccetto nessuno sono portavoce di Monti e del suo
doloroso ma inevitabile operare. Non c'è mai stata in Italia una
tale informazione di regime, gli anni di Berlusconi al riguardo
sembrano libertari. Questo dimostra
quanto sia logorata oggi la nostra democrazia, ove un governo privo
di legittimazione popolare è al tempo stesso causa ed effetto di una
riduzione delle libertà fondamentali. Il regime montiano, il
pensiero unico nell'informazione è al tempo stesso espressione di
una regressione cominciata con Craxi e proseguita con tutti i governi
della seconda repubblica, ma anche manifestazione di una volontà di
dominio dei poteri forti tutti schierati con il governo. Si può
anche constatare come l'efficacia di questa potenza di fuoco a favore
di Monti sia relativa. Partito con un consenso del 71% quando fu
nominato e acclamato salvatore della patria, il presidente del
consiglio è precipitato al 37,anche se il regime da' buona prova di
stupidità esaltando il fatto che comunque egli è' davanti a
qualsiasi politico. È che gara e'? Dall'altra parte ci sono gli
orrori e il disfacimento della casta, mentre il movimento 5 stelle
raccogli consensi che non possono più essere nascosti.
Quello che in realtà si vuole testardamente
affermare è ciò che Monti proclama tutte le volte che va
all'estero. Ove ha più volte dichiarato che gli italiani ce l'hanno
coi politici non con lui, e che accettano i sacrifici a differenza di
tutti gli altri popoli europei.
E qui c' è il succo del pensiero unico che ci governa. Nel paese
del gattopardo si può cambiare tutto, purché non cambi nulla di ciò
che conta davvero. Le politiche di mercato e rigore non hanno
alternative, come affermava anni fa la signora Thatcher. Chiunque
governi dovrà continuarle. Per questo ogni tentativo di costruire
una opposizione a Monti che lo contesti in quanto espressione della
politica conservatrice europea, va censurato.
Ci possono essere le singole lotte, più o meno disperate, si
può scendere in piazza per il lavoro, con ministri sfacciati che
chiedono di partecipare. Ma non si può dire via il governo monti,
basta con le politiche europee che stanno estendendo a tutto il
continente il massacro greco. Da noi è questa opposizione che non ha
cittadinanza, a differenza che in tutti gli altri paesi sottoposti
alle ricette di Draghi, Merkel e Monti.
Qui emerge l'altra faccia del regime.
Leggendo la carta d' intenti firmata dai candidati alle primarie del
centrosinistra si resta sconcertati per la banalità e la retorica
bolsa di un testo che pare fatto apposta per non discutere sul serio.
Francamente non si capisce come una persona acuta come Tabacci possa
lamentarsi. Quel testo è pura cultura democristiana, grandi valori e
pochi impegni concreti da cui non si sgarra. Che, guarda caso , sono
i brutali vincoli di bilancio messi nella Costituzione e negli
accordi per il fiscal compact. Si dice che si vuol andare oltre
Monti, accettandone però tutti i vincoli e gli impegni assunti.
Quante ridicole chiacchiere. Si capisce così la convergenza di
interessi che porta a cancellarci. Da un lato coloro che vogliono
affermare l'assenza di alternative alla politica dei tecnici.
Dall'altro coloro che vogliono presentarsi come speranza e
cambiamento, avendo già sottoscritto di non cambiare davvero
niente. Si capisce allora perché diamo fastidio e vogliono
impedirci di esistere. Noi smascheriamo il trucco. Ma noi invece
esistiamo e dal 27 ottobre cominceremo a riavvicinare l'Italia a
quell'Europa che lotta contro Monti Merkel e tutti coloro chi li
sostengono.
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