Quella
maschia gioventù.
Da quando il
Beppe nazionale ha dato la stura televisiva ogni tanto si incontrano
deputati grillini anche su qualche canale televisivo. L'ultimo in
ordine di apparizione è stato il deputato Alessandro Di Battista che
nella trasmissione di Daria Bignardi si è dovuto difendere
dall'accusa di avere un padre fascista.
Da lontano
in difesa del deputato è intervenuto Rocco Casalino già
protagonista supino piagnucolante nelle trasmissioni Mediaset che, al
tempo scalpitava nella casa del grande fratello con l'appoggio
proprio di quella Bignarda nel tentativo di coronare il sogno di una
pur qualche carriera televisiva.
La beffa
delle beffe è che il Casalino di turno anziché rinfacciare il
paterno fascismo all'amica bignarda si è lanciato sul suocero
assassino.
A quanto
pare in questo fascista paese, come un fiume carsico, riemerge a
cicli alterni un certo fascino di memoria per quella maschia gioventù
a cui non può sottrarsi neanche la più alta carica dello Stato
già membro del “Gruppo Universitario Fascista” ed editorialista
del settimanale IX Maggio.
Un strana
memoria che proprio a qualche giorno dalla giornata di quella memoria
dimentica i compagni partigiani rimasti sulle montagne che mai
aderirono al fascismo; quella stessa memoria che ha lasciato Josef,
Karl, Maximillian, Gustav e Peter, etichettati zingari, a
Buchenwald, Dachau, Ravensbruch, Sachesenhausen e
Mauthausen.
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