domenica 28 maggio 2017

SCAVALCO A SINISTRA




SCAVALCO A SINISTRA

All’ ILVA di Genova, in quello che un tempo poteva essere a buona ragione considerato uno dei templi dell’operaismo italiano, le campane del capo della cristianità hanno suonato: ...Dev’essere chiaro che l’obiettivo vero da raggiungere non è il “reddito per tutti”, ma il “lavoro per tutti”! Perché senza lavoro, senza lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti...” Se per la chiesa l’obbiettivo del secolo scorso era rovesciare il comunismo con questo Papa del XXI secolo a sorpresa torna al centro, dopo alcuni anni di ubriacatura ideologica, il tema del lavoro.
Ascoltare il Papa su un tema per antonomasia ad appannaggio di ogni comunista che si rispetti, se da un lato riapre le ferite della sconfitta, dall’altro mostra come la santa alleanza, tra la chiesa cattolica e il turbo capitalismo sfociato nella finanziarizzazione dell’economia, subisca oggi una battuta d’arresto. Forse è ancora presto per parlare di frattura ma le migliaia di disoccupati che si aggirano per l’Europa sono il frutto anche di questa macchiavellica alleanza. L’alleanza oltre ad aver piegato buona parte dei comunismi ha prodotto anche alcuni effetti collaterali che col tempo per la chiesa cattolica potrebbero risultare fatali. Tra le tante di cui ci si lamenta, la crisi più pesante forse sta sulla soglia di Pietro. Il clero praticamente sta scomparendo e i paesi dell’est che nelle speranze avrebbero dovuto fornire nuova linfa per le vocazioni si sono rivelati praticamente inutilizzabili. Sul fronte dei fedeli i continui scandali tra cui alcuni veramente odiosi come quelli che annoverano le violenze sui bambini, hanno portato ad un allontanamento continuo di molti credenti laddove per molti anni, in alcune diocesi soprattutto degli Stati Uniti, i casi di pedofilia rasentavano il fenomeno di massa. E Che dire poi dei continui scandali finanziari? Se con Paul Casimir Marcinkus i soldi furono utilizzati per finanziare l’opposizione al Partito Comunista oltrecortina, negli anni successivi alla caduta del muro, molti di quei denari furono adoperati fin troppo allegramente dai vari cardinali per ristrutturare appartamenti, intestare attici a parenti e amici e organizzare feste di gala. Insomma nell’indifferenza generale, negli ultimi anni, la chiesa cattolica, approfittando anche della malattia di Karol Wojtyla, s’è avvicinata pericolosamente alle porte dell’ inferno.
Una crisi senza precedenti che rischia di travolgere la chiesa di Roma con la prospettiva in Europa di vedere trionfare le posizioni Anglicane e Protestanti.
Si è molto ironizzato sul doppio papato ma il capolavoro di una chiesa a due teste ha evitato il tracollo; di questo ne sono consapevoli sia Joseph Ratzinger che Mario Bergoglio ma il discorso di Papa Francesco a Genova è un passo successivo e aggiunge una novità inedita: il tentativo a sorpresa di rimarcare e dividere i destini dall’alleato spirito capitalista. All’ennesima offerta da parte del capitale di calmare gli animi degli sprezzanti populismi attraverso un reddito di cittadinanza, la chiesa cattolica riscopre la dignità del lavoro
...Senza lavoro, si può sopravvivere; ma per vivere, occorre il lavoro. La scelta è fra il sopravvivere e il vivere. E ci vuole il lavoro per tutti...” Se il maggior alleato del capitale a partire dagli anni 80’ riporta al centro la dignità del lavoro significa che anche i comunisti hanno l’obbligo di riorganizzarsi e che ogni sconfitta per un comunista non può mai essere quella definitiva.
Nuvola Rossa 28 Maggio 2017

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