SCAVALCO
A SINISTRA
All’
ILVA di Genova, in quello che un tempo poteva essere a buona ragione
considerato uno dei templi dell’operaismo italiano, le campane del
capo della cristianità hanno suonato: “...Dev’essere
chiaro che l’obiettivo vero da raggiungere non è il “reddito per
tutti”, ma il “lavoro per tutti”! Perché senza lavoro, senza
lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti...” Se
per la chiesa l’obbiettivo del secolo scorso era rovesciare il
comunismo con questo Papa del XXI secolo a sorpresa torna al centro,
dopo alcuni anni di ubriacatura ideologica, il tema del lavoro.
Ascoltare
il Papa su un tema
per antonomasia ad appannaggio di ogni comunista che si rispetti, se
da un lato riapre
le ferite della sconfitta, dall’altro mostra come la santa
alleanza, tra la chiesa cattolica e il turbo capitalismo sfociato
nella finanziarizzazione dell’economia, subisca
oggi
una battuta d’arresto. Forse
è ancora presto per parlare di frattura ma le
migliaia di disoccupati che si aggirano per l’Europa sono
il frutto anche di
questa macchiavellica alleanza. L’alleanza
oltre ad aver piegato buona parte dei comunismi ha prodotto anche
alcuni effetti collaterali che col tempo per
la chiesa cattolica potrebbero
risultare fatali. Tra le tante di cui ci si lamenta, la crisi più
pesante forse sta sulla soglia di Pietro. Il clero praticamente sta
scomparendo e
i paesi
dell’est che nelle
speranze avrebbero
dovuto fornire nuova linfa per le vocazioni si sono rivelati
praticamente inutilizzabili.
Sul fronte dei fedeli
i continui scandali
tra cui alcuni
veramente odiosi come quelli che
annoverano le
violenze sui bambini, hanno
portato ad un allontanamento continuo di molti credenti laddove per
molti anni, in alcune diocesi soprattutto
degli Stati
Uniti,
i casi di pedofilia rasentavano il fenomeno di massa. E
Che dire poi dei continui scandali finanziari?
Se
con Paul Casimir
Marcinkus i soldi
furono utilizzati per
finanziare l’opposizione al Partito Comunista oltrecortina, negli
anni successivi alla caduta del muro, molti
di quei denari furono adoperati
fin troppo
allegramente dai vari
cardinali per ristrutturare appartamenti, intestare attici a parenti
e amici e organizzare
feste di gala.
Insomma
nell’indifferenza generale, negli
ultimi anni, la
chiesa cattolica,
approfittando anche
della malattia di
Karol
Wojtyla,
s’è avvicinata
pericolosamente alle
porte dell’
inferno.
Una
crisi senza precedenti che rischia
di travolgere la chiesa di Roma con
la prospettiva in
Europa di vedere
trionfare le posizioni Anglicane e Protestanti.
Si
è molto ironizzato sul doppio papato ma il capolavoro di una chiesa
a due teste ha
evitato il tracollo;
di questo ne sono
consapevoli sia Joseph
Ratzinger che Mario Bergoglio ma
il discorso di Papa
Francesco a Genova
è
un passo successivo e
aggiunge una
novità inedita: il tentativo
a sorpresa di
rimarcare e dividere
i destini dall’alleato
spirito capitalista.
All’ennesima
offerta da parte del capitale di calmare gli animi degli
sprezzanti populismi attraverso
un reddito di
cittadinanza, la
chiesa cattolica riscopre la
dignità del lavoro
“...Senza
lavoro, si può sopravvivere; ma per vivere, occorre il lavoro. La
scelta è fra il sopravvivere e il vivere. E ci vuole il lavoro per
tutti...” Se il
maggior alleato del capitale a partire dagli anni 80’ riporta
al centro la dignità del lavoro significa che anche i comunisti
hanno l’obbligo di riorganizzarsi e che ogni sconfitta per un
comunista non può mai essere quella
definitiva.
Nuvola
Rossa 28 Maggio
2017
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